Migranti, oggi il piano di Enzo Moavero Milanesi a Bruxelles: «Bisogna uscire dall’emotività»

Ormai l’argomento delle migrazioni sembrava essere prerogativa del Viminale, e delle battaglie di Matteo Salvini. Il ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi nel frattempo, un po’ nel silenzio mediatico, stava mettendo a punto un nuovo piano, che presenterà lunedì 15 luglio a Bruxelles durante il Consiglio degli Affari Esteri. Un piano italiano per uscire dal ragionamento «caso per caso» e creare un «meccanismo strutturato».

Migranti, oggi il piano di Moavero a Bruxelles: «Bisogna uscire dall’emotività»

Enzo Moavero Milanesi aveva anticipato il suo piano in una intervista esclucìsiva con il Corriere della Sera di domenica 14 luglio. All’indomani, è pronto a presentarlo a Bruxelles. Il primo passo da fare è quello di uscire  «dalla tirannia delle emergenze e dell’emotività» ha dichiarato al Corriere, evidenziando come sia un fatto oggettivo che «sui flussi migratori sino ad oggi ogni Paese tende a reagire in maniera sovranista». Un atteggiamento che ormai ha fatto il suo tempo, e che deve cambiare poiché  «solo con una vera politica europea equilibrata, fatta di molti elementi» sarà possibile governare davvero i flussi migratori in entrata in Europa.

Un altro modus operandi da cambiare è quello di smettere di «ragionare caso per caso, cercando ogni volta soluzioni d’emergenza» in modo da costruire «un meccanismo strutturato, di carattere stabile». È fondamentale che tutti gli Stati membri collaborino al di là degli accordi di distribuzione che vengono presi prima degli sbarchi, perché  «i migranti non cercano la costa italiana, greca o maltese. Cercano l’Europa. Dunque è in una cornice europea che va trovata una soluzione».

Ecco allora le proposte di creare nuovi filtri per i visti fino alla creazione di porti franchi. Ritornare alla creazione dei corridoi umanitari per i migranti a cui viene riconosciuto l’asilo politico e la creazione di aree franche nel territorio europeo per l’accoglienza. «Il primo livello è fare di più prima che le persone inizino a migrare – ha spiegato ancora Moavero Milanesi-  Occorrono investimenti maggiori, con finanziamenti sufficienti, nei Paesi dai quali si parte» e a questo proposito dice che is potrebbe anche pensare all’emissione di «appositi titoli europei di debito». E sulle operazioni di salvataggio, comprese quelle europee, è giusto rispettare il diritto internazionale, ma non significa che «tutti i salvati siano portati in Italia». Ecco perché diventa necessario creare zone franche europee, proprio per staccarsi dalla rigidità del trattato di Dublino.

 

 

(credits immagine di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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