Conte vuole andare a prendere i migranti in aereo, Salvini risponde: «Mah»

I 49 migranti della Sea Watch e della Sea Eye e la testarda opposizione di Matteo Salvini al loro sbarco rischiano di far precipitare i rapporti nel governo tra Lega e Movimento 5 Stelle. Nello studio di Porta a Porta il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato di essere pronto ad andare a prendere i migranti in aereo. «Se non li faremo sbarcare – ha detto Conte nel salotto di Bruno Vespa -, li prenderò sull’aereo e li riporterò».

Migranti in aereo in Italia, la provocazione di Conte

Via Twitter è pressoché immediata la replica del leader leghista e ministro dell’Interno, che pubblica un messaggio scritto a penna (scelta davvero inspiegabile, anche per la più raffinata delle strategie social acchiappa click e acchiappa like) in cui ribadisce che sulle ong e sui migranti lui non molla e poi rincara la dose con il copy del tweet: «Conte stasera ha dichiarato “se Salvini non fa sbarcare gli immigrati, li vado a prendere io in aereo e li porto in Italia”. Mah… Finché non si bloccano gli scafisti, continueranno a partire e morire migliaia di persone. In Italia si arriva con il permesso, io non cambio idea».

Salvini replica alla provocazione di Conte con un messaggio scritto a mano

Netta, dunque, la cesura tra le due anime dell’esecutivo. Giuseppe Conte ha mostrato un bagliore di umanità descrivendo la vicenda dei migranti sulla Sea Watch e sulla Sea Eye, ormai al largo da 18 giorni, con il supplizio ulteriore di avvistare la terraferma di Malta, senza potervi sbarcare: «Donne e bambini da oltre due settimane in mare – dice Conte -: io non volendo tradire la linea di coerenza del governo, penso che il sistema Italia possa sopportare poche donne e pochi bambini. Salvini esprime una linea condivisa dal governo ma se marchiamo nel segno dell’eccezionalità un intervento di questo tipo, la linea del governo non può essere tacciata di incoerenza».

Ma la replica del leader leghista non lascia spazio all’immaginazione. E preannuncia maretta nelle acque già agitate di un esecutivo sempre più bersaglio di critiche (anche da parte dei propri elettori) dopo le ultime mosse.

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