Le polemiche contro Michele Serra confondono la denuncia delle disuguaglianze con il classismo

Michele Serra ha scritto a proposito degli episodi di bullismo che si stanno verificando in questi giorni (e nei mesi scorsi) all’interno di diverse scuole italiane. Le sue parole sono state interpretate dal popolo del web – ma anche da diversi giornalisti e opinionisti – come classiste. Il giornalista di Repubblica, nella sua rubrica L’Amacaaveva parlato di «struttura fortemente classista e conservatrice della nostra società» a proposito degli episodi di bullismo che – sempre secondo Serra – si verificano all’interno di istituti tecnici e professionali.

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Michele Serra polemica, la difesa del giornalista

L’autore ha rincarato la dose, sostenendo che i licei vengono frequentati sempre di più soltanto dai «figli di quelli che a loro volta hanno fatto il liceo». Infine, ha affermato – in una chiusura piuttosto drammatica del suo articolo – che questi episodi sono attribuibili a quei «poveri che ieri come oggi continuano a riempire le carceri e i riformatori». Il mondo della rete ha accusato Michele Serra di essere profondamente classista, di aver fatto delle dichiarazioni decisamente inopportune e fuori luogo, di aver discriminato in questo modo le classi subalterne.

Tanto più – riportano i critici del pensiero di Michele Serra – che gli episodi di bullismo, numeri alla mano, vengono perpetuati più nei licei che negli altri istituti superiori (dati Istat del 2014). Del resto queste tabelle che provengono dall’istituto di statistica non sono esattamente sovrapponibili al problema evidenziato da Michele Serra nel suo articolo (nei dati Istat, infatti, si parla anche di violenze nei confronti degli altri compagni di classe, di cyberbullismo, di fenomeni diversi rispetto alle sole «aggressioni» nei confronti dei docenti e dell’istituzione scolastica in generale).

Michele Serra polemica, altro che ‘classismo’: questa è denuncia delle disuguaglianze sociali

Inoltre, come scritto dallo stesso Serra all’interno di un articolo di replica pubblicato oggi su Repubblica, il suo ragionamento – per forza semplificato, visto lo spazio limitato dedicato a L’Amaca sul quotidiano – lungi dall’essere classista, rappresenta semplicemente una visione sociologica tipicamente di sinistra. L’esatto opposto, insomma, del classismo. «È diventato ‘contro il popolo’ quello che, per quelli come me, è sempre sembrato il più potente argomento a favore del popolo: denunciarne la subalternità economica e culturale, dire il prezzo che il popolo paga alla sua mancanza di mezzi materiali e immateriali».

Insomma, il grido di Michele Serra è davvero un accorato appello che denuncia le condizioni di disagio di un certo tipo racconto sociale. Fermo restando che – lo scrittore lo ha affermato anche nel suo articolo più esteso di oggi – anche nei licei gli episodi di violenza (ma anche di spaccio di sostanze stupefacenti o di altri casi di micro-criminalità) esistono e, molto spesso, fanno ancora più rabbia per le modalità del loro svolgimento.

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