L’agenzia romana Maim accusa Meta di aver copiato il proprio logo: porteranno Meta in tribunale

Meta Plagia Maim: questa l'accusa dei fondatori di Maim, Fabio Perugia e Daniel Funaro, che hanno accusato Meta di aver copiato il logo

12/09/2022 di Giordana Battisti

Fabio Perugia e Daniel Funaro, fondatori della società di consulenza esperta nel management della comunicazione e delle relazioni istituzionali Maim hanno accusato Meta, l’impresa statunitense fondandata da Mark Zuckerberg, di aver copiato il proprio logo. Entrambe le aziende hanno scelto di utilizzare delle “M” stilizzate in modo che ricordino il simbolo dell’infinito e sul caso si pronuncerà presto si pronuncerà il tribunale civile: Meta plagia Maim, via alla causa per contraffazione.

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Perugia ha dichiarato: «Siamo Davide contro Golia, non ci sfugge. Ma abbiamo la forza della ragione e della verità». Si tratta infatti di una “sfida” che potrebbe apparire impari: un’azienda romana contro il colosso proprietario di Facebook, Instagram, WhatsApp. Il founder di Maim racconta del giorno in cui Zuckerberg ha presentato il suo logo: «Quel giorno ci sono arrivate decine di messaggi. Sulle prime ci è venuto da ridere. Clienti e amici ci chiedevano se ci avessero copiato il marchio. Poi chi ci conosce meno ha iniziato a domandare se fossimo stati noi a prenderci il logo di Facebook. A quel punto ci siamo dovuti tutelare». Proprio questo avrebbe spinto Maim all’avvio del contenzioso.

Meta plagia Maim? Il ricorso potrebbe essere favorevole a Maim

Il ricorso punta molto sulla tempistica di registrazione dei loghi di Maim e Meta: il marchio è utilizzato già dall’ottobre 2020, la domanda di utilizzo del marchio è stata depositata il 26 aprile 2021 e vidimata il 29 ottobre 2021. Quello di Meta, invece, ha registrato il marchio il 5 ottobre 2021 in Giamaica. Per quanto riguarda l’Europa le domande avanzate dalla società di Zuckerberg sono ancora in fase di approvazione, quindi, il simbolo Meta non sarebbe nemmeno registrato in Italia, sostiene Perugia. A complicare le cose è anche il fatto che le attività per cui sono registrate le due aziende sono molto simili: relazioni esterne, advocay e campagne di comunicazione. Uno degli avvocati cui Maim si è affidata, Maurizio Sciuto, spiega: «Quando si parla di contraffazione bisogna valutare la confondibilità di due loghi e il fatto che marchi tanto simili vengano utilizzati sullo stesso mercato, in questo caso l’advocacy e la comunicazione politica». L’obiettivo del legale sarebbe quello di impedire a Meta di utilizzare il logo in Italia. In un secondo momento si potrà discutere di un eventuale risarcimento.

Non è la prima volta che Meta affronta problemi simili

Bill Gardner pubblica un rapporto annuale sulle tendenze nel design dei loghi. Lo scorso anno, eseguendo una ricerca nel suo database di ricerca sui loghi LogoLounge , Gardner ha affermato di aver trovato quasi 1.200 loghi che avevano già presentato una versione simile della grafica scelta da Meta. Subito dopo la presentazione del logo di Zuckerberg, alcune aziende si sono fatte avanti per lamentarsi della somiglianza con i propri loghi: una tra queste è M-sense Migräne, un portale di aiuto per chi soffre di emicrania che aveva pubblicato un tweet in cui si lamentava del presunto plagio.

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