Guida minima per evitare di fare brutte figure sul MES e di scrivere in stampatello che «Conte lo ha firmatho!1!1!»

Partiamo dal presupposto che sul MES non è stato firmato niente. E che il nome di Giuseppe Conte, al momento, non è associato ad alcun documento. Il presidente del Consiglio, infatti, non ha partecipato alla riunione dell’Eurogruppo che, come dovrebbe essere noto (ma la superficialità tutta italiana sulle istituzioni dell’Unione Europea è tristemente famosa), è un organo informale in cui i ministri degli Stati membri della zona euro discutono di questioni relative alle responsabilità condivise riguardo all’euro: partecipano i ministri, il commissario per gli affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane e il presidente della Banca centrale europea.

LEGGI ANCHE > Dal Mes flessibile al pacchetto da 1000 miliardi: cosa prevede l’accordo dell’Eurogruppo

Mes, piccola guida per non fare brutta figura dopo l’Eurogruppo del 9 aprile

Partiamo da un altro presupposto. Il Meccanismo Europeo di Stabilità, così come abbiamo imparato a conoscerlo, ha un meccanismo diverso rispetto a quello sul quale è stato trovato un accordo nella riunione dell’Eurogruppo di ieri. Se il fondo salva Stati in condizioni normali prevedeva dei criteri molto stringenti per la restituzione degli aiuti, quello su cui si è trovato l’accordo nella serata di ieri riguarda esclusivamente aiuti in termini di sanità (fino al 2% del Pil) che non risponderanno ad alcuna condizionalità. Se gli Stati dovessero avere intenzione di adottarlo, non saranno subordinati ad alcun controllo capestro.

Così come non è stato firmato nulla sul Mes, non c’è stata nemmeno nessuna decisione ufficiale sui coronabond o sugli eurobond. L’Eurogruppo ha parlato di un generico impegno degli Stati membri di trovare un fondo temporaneo commisurato alla portata straordinaria della crisi che dovrà essere coperto da un adeguato finanziamento.

Mes, perché l’Italia non lo utilizzerà

Insomma, occorre evitare come la peste slogan come «l’Europa ce l’ha MES in quel posto» o espressioni come «alto tradimento della Repubblica». Innanzitutto perché quella dell’Eurogruppo è una proposta e non una decisione. Poi, perché lo strumento di aiuti non è obbligatorio per tutti i Paesi. L’Italia, come evidenziato più volte dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, non ricorrerà a questo tipo di misura e la conferma è arrivata anche dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che ha partecipato all’Eurogruppo. Ecco perché è surreale chiedere le sue dimissioni (è partito un hashtag di successo in queste ultime ore su Twitter) o addirittura la sfiducia in Parlamento.

Share this article