La resa di Gimondi e le parole di Merckx: «Questa volta ho perso io»

17/08/2019 di Redazione

Quella tra Felice Gimondi ed Eddie Merckx è stata una delle rivalità più sane del mondo del ciclismo e caratterizzò tutti gli anni Settanta. Probabilmente, se il corridore italiano – morto all’età di 76 anni nella giornata di ieri in uno stabilimento balneare di Giardini Naxos a causa di un malore – non avesse trovato il cannibale belga sulla sua strada, avrebbe vinto molto di più. Ma già così il suo palmarès farebbe invidia a chiunque.

Merckx ricorda Gimondi: «Oggi ho perso io»

Proprio Eddie Merckx, il grande campione belga, è stato tra i primi a commentare la morte di Felice Gimondi: «Perdo prima di tutto un amico e poi l’avversario di una vita – ha detto ai microfoni dell’Ansa -. Stavolta, sono io che esco sconfitto».

Gimondi aveva sempre vissuto con il peso della rivalità con l’avversario. Ma non ne aveva mai fatto una malattia, non lo aveva mai visto come un tratto caratterizzante della sua carriera. Anche perché si è tolto più di una soddisfazione, battendo il belga in volata al campionato del mondo del 1971. Felice Gimondi, nonostante Eddie Merckx, fu uno dei pochissimi corridori a vincere almeno un Giro, un Tour e una Vuelta.

Non alzava mai bandiera bianca e questo Merckx lo ha sempre riconosciuto. Anche nel momento del dolore, il campione belga ha ricordato la tempra dell’avversario-amico: «Abbiamo gareggiato per anni sulle strade l’un contro l’altro – ha ricordato Eddie Merckx – ma siamo diventati amici a fine carriera. L’avevo sentito due settimane fa così come capitava ogni tanto. Che dire, sono distrutto».

FOTO: MAURIZIO BRAMBATTI ANSA BT / I51

Share this article