Mediaset sospende Paolo Massari dopo l’accusa di stupro

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Paolo Massari è stato sospeso dai suoi incarichi in Mediaset a causa dell'accusa di stupro per la quale ora si trova in carcere

Mediaset ha deciso di sospendere il giornalista ed ex assessore del Comune di Milano Paolo Massari dopo l’accusa di stupro che ha ricevuto nella notte di sabato scorso. L’uomo, che ora si trova in carcere incolpato di violenza sessuale, verrà interrogato oggi. L’arresto è avvenuto sabato sera dopo che una donna, sue conoscente ed ex compagna di di liceo, ha chiamato la polizia per denunciare l’abuso sessuale subito dall’uomo. La vittima è stata effettivamente vista fuggire dal garage dell’ex politico di Forza Italia seminuda per poi essere soccorsa e trasportata in ospedale. I due si sarebbero visti, stando ai racconti della donna, per via del ruolo di lui nel mondo del giornalismo e del suo passato ruolo in politica; la donna, che lavora nel franchising come imprenditrice, gli avrebbe raccontato tutti i problemi legati al calo del lavoro durante la crisi coronavirus. La serata sarebbe sfociata in violenza una volta giunti nel box garage sotto casa di lui.



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Mediaset sospende Paolo Massari

Mediaset ha comunicato la decisione tramite una nota aziendale: «In relazione ai recenti fatti di cronaca che coinvolgono il giornalista Paolo Massari Mediaset comunica di averlo sospeso cautelativamente dalla prestazione e dalla retribuzione in attesa degli sviluppi legali». Sospensione da qualsiasi incarico e dalla retribuzione fino a che la faccenda non sarà chiarita, dunque, e sicuramente l’interrogatorio di oggi sarà utile per capire la direzione verso la quale andrà il caso.



Paolo Massari accusato di stupro già nel 2010

Già in passato Paolo Massari ha ricevuto accuse di questo tipo, coinvolto nello scandalo sex-gate a Palazzo Marino. All’epoca la risonanza della storia lo constrinse a dimettersi dalla carica di Assessore all’Ambiente del Comune di Milano nella giunta governata da Letizia Moratti. Ad accusarlo, quella volta, erano state due persone: una diplomatica norvegese e una dipendente di Palazzo Marino. All’epoca l’accusa cadde nel nulla, con l’assoluzione dell’imputato da tutte le accuse.