Diritti tv: arriva l’ok dell’Antitrust a Mediapro. «Con modalità eque»
15/03/2018 di Redazione
L’Antitrust ha dato il via libera a Mediapro per i diritti tv in serie A, a patto però che sia un intermediario «equo, trasparente e non discriminatorio». «In data 7 febbraio 2018, in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Melandri, la Lega Nazionale Professionisti Serie A ha comunicato all’Autorità l’assegnazione dei Diritti Audiovisivi per il territorio italiano relativi al Campionato di Serie A per il triennio 2018/2021, a favore dell’intermediario Mediapro. – si legge in una nota – Nella riunione del 14 marzo 2018, l’Autorità ha deliberato la conformità dei risultati e dei criteri adottati nella procedura competitiva alle disposizioni del Decreto Melandri, svolgendo alcune osservazioni sulle caratteristiche soggettive dell’intermediario indipendente e sui principi che dovranno contraddistinguerne l’operato. Tale soggetto è infatti tenuto a svolgere un’attività di intermediazione di diritti audiovisivi, rivendendo i diritti ad altri soggetti con modalità eque, trasparenti e non discriminatorie».
Ora che succede?
Spieghiamo un attimo cosa è successo precedentemente. Per la Serie A, per il triennio 2018-2021, c’è stato un fallimento della prima asta sui diritti tv. Dopo sette mesi, con nuovo bando, si prevede un margine di un miliardo e 50 milioni. Anche qui si fallisce con offerte da 800 milioni di euro (di cui 580 offerti da Sky). Ed è qui che oltre ai broadcaster italiani, spunta un intermediario indipendente estero, o meglio iberico: MediaPro. Ultimo uomo ha spiegato il desolante quadro che è seguito:
Rimettendo in ordine: Sky aveva offerto 261 milioni per il pacchetto A (le gare di otto squadre: dovrebbero essere Juventus, Milan, Napoli, Inter, Lazio, Fiorentina e due di fascia bassa per la piattaforma satellitare), 60 milioni per i diritti opzionali esclusivi, e 170 milioni per il pacchetto C (stessi contenuti di A per Internet, senza i diritti a trasmettere in bar e hotel e altri accessori). Tutte offerte superiori alla base d’asta. Per il pacchetto B (stesse squadre del pacchetto A, ma sul digitale terrestre), invece, Mediaset aveva dato la sua disponibilità per 200 milioni, ma con una base d’asta di 260. Il problema è sorto dunque per questo pacchetto e per i pacchetti D1 e D2 (le partite delle altre 12 squadre, inclusa la Roma), per cui Sky avrebbe offerto meno della metà del prezzo minimo complessivo (310 milioni di euro), e per i relativi diritti accessori, contenuti nei pacchetti Platinum D1 e Platinum D2. Per questi pacchetti (B, D1 e D2, più quelli per i diritti accessori delle altre 12) si è andati alla trattativa privata e Sky ha offerto per i pacchetti D1 e D2 70 milioni in più rispetto alla prima offerta, rimanendo però sotto la base d’asta, mentre Mediaset non ha aggiunto nulla.
Questo è stato l’ultimo atto di una partita che sembrava avere un finale scontato: cioè che i diritti finissero nelle mani di MediaPro, che ha offerto poi mille euro in più del miliardo e 50 milioni che aveva fissato la Lega come limite minimo, e ha preso tutto, da intermediario indipendente, in attesa di capire che ne farà di questi diritti: potrà gestirli direttamente? Dovrà affittarli? Vorrà forzare per il canale della Lega?
Ora l’Autorità «ha sottolineato l’esigenza di evitare che l’intermediario indipendente svolga attività che determinino l’insorgere di rapporti di concorrenza con gli operatori della comunicazione». «Pertanto – spiega – non dovranno essere intraprese iniziative che comportino l’assunzione di una responsabilità editoriale, che caratterizza invece l’attività dell’operatore della comunicazione, soggetto fornitore di contenuti multimediali» e al tempo stesso «ritiene necessario che sia garantita ai sub-licenziatari la più ampia iniziativa imprenditoriale ed editoriale nel confezionamento dei singoli prodotti audiovisivi». «L’Autorità – si legge ancora – ha rammentato che, laddove in sede di concreto svolgimento dell’attività di intermediario indipendente e di assegnazione delle sub-licenze agli operatori della comunicazione, la Lega Calcio e l’intermediario non si attengano alle indicazioni prescritte, essa potrà intervenire, valutando tali condotte ai sensi della normativa antitrust».
(Foto © Ansa/Daniel Dal Zennaro)