«Smettete di pulire i bagni e tornate a casa» L’appello del Presidente del Venezuela

Secondo le Nazioni Unite sono 1,6 milioni i Venezuelani che hanno abbandonato il paese dal 2015. A loro si è rivolto il presidente Nicolas Maduro: «Smettete di pulire i bagni all’estero e tornate nella vostra terra». L’originale appello ha però sortito il suo effetto.

«Tornate a casa», il programma di ritorno del Presidente Maduro

Il programma chiamato “ritorno a casa” annunciato dal presidente socialista Nicolas Maduro prevede voli di ritorno a spese del governo e assistenza per trovare lavoro a tutti gli emigrati che decidono di tornare in madrepatria. «I venezuelani non saranno gli schiavi del mondo!» aveva proclamato Maduro descrivendo l’esodo come un’altra manovra ordita dai suoi opponenti politici per indebolirlo.

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«Tornate a casa», in centinaia in viaggio verso il Venezuela

In seguito al discorso di Nicolas Maduro, centinaia di venezuelani emigranti hanno espresso il desiderio di ritornare a casa. Secondo il Ministro alle Comunicazioni Jorge Rodriguez le ambasciate venezuelane hanno ricevuto «migliaia di richieste di aiuto» per rientrare e un nutrito numero di venezuelani in Perù sono ritornati in aereo, approfittando del volo gratis offerto dal governo.

Il gruppo di 97 migranti, che include 22 bambini e 4 donne incinta, era stato inizialmente ospitato in un hotel a Lima vicino all’ambasciata Venezuelana, dove gli era stata fornita assistenza medico sanitaria e cibo. Sono poi saliti su un volo per Caracas pagato dal governo di Maduro il 27 agosto. Un volo che non sarebbero mai stati in grado di pagarsi autonomamente. Intervistati dai media, molti di coloro che erano emigrati verso il Perù hanno raccontato di aver subito forti atti di razzismo e discriminazione, oltre a non essere riusciti a ottenere lavori che non fossero sottopagati.

«Tornate a casa», il flusso in uscita è ingestibile

La crisi economica in Venezuela spinge più di 4000 persone l’anno a lasciare il paese per cercare lavoro in Ecuador, Peru, Colombia e Brasile. Un flusso di portata talmente elevata che I 4 paesi hanno programmato un incontro a Bogota in settimana per discuterne la gestione. Il Brasile ha anche minacciato di chiudere le frontiere. Secondo le dichiarazioni del presidente Michel Temer, un’altra opzione sarebbe limitare le entrate giornaliere tra le 100 e le 200. Nel frattempo, il vicino stato Roraima ha temporaneamente bloccato i confini sebbene il governo federale stia insistendo per farli riaprire.

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(credits immagine di copertina  © Miraflores Press/Avn/Xinhua via ZUMA Wire)

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