Maturità 2019, c’era una domanda sbagliata nella traccia di latino al Classico

21/06/2019 di Redazione

Poteva passarla liscia questa seconda prova al suo battesimo del fuoco? L’esame di maturità 2019 non manca di portare con sé qualche polemica. Inevitabile. Non si tratta di clamorosi errori di battitura o di grammatica (paradossalmente sarebbero stati meno gravi) nella scrittura delle tracce da parte del ministero. Si tratta proprio di un errore di concetto che ha potuto mettere in difficoltà il candidato.

Maturità 2019, l’errore nella traccia di latino

Da quest’anno, infatti, la seconda prova è stata rivoluzionata. Al liceo Classico, ad esempio, ci sono sia il latino, sia il greco. Il testo nella prima lingua era da tradurre. Il testo nella seconda lingua, invece, era tradotto ed era inserito per un’analisi comparata delle due letterature. Per questo motivo, infatti, erano state inserite delle domande aperte alle quali il candidato è tenuto a rispondere come parte integrante della prova.

Proprio nella prima di queste domande c’è stato un errore concettuale. I brani scelti per la versione di latino e per il confronto con il testo greco erano tratti dalle Historiae di Tacito e dalle Vite Parallele di Plutarco. In entrambi i brani si prendeva in esame una vicenda – la stessa – della storia romana: la congiura di Otone nei confronti di Galba. La domanda chiedeva di analizzare le differenze nella descrizione del comportamento di Otone tra Tacito e Plutarco. Tuttavia, la premessa era che – nonostante si accennasse nel testo di Tacito a una indecisione di Otone -, l’imperatore descritto dallo storiografo latino fosse autore di un piano determinato e padrone del proprio destino, mentre nel testo di Plutarco veniva descritto più come una persona trascinata dagli eventi.

Il parere di Luciano Canfora sulle domande di analisi della seconda prova al Classico della maturità 2019

Tuttavia, anche nel testo di Tacito si mette in evidenza l’atteggiamento titubante di Otone, come ricorda il professore di Filologia Classica all’Università di Bari Luciano Canfora: «In realtà – ha spiegato oggi al Corriere della Sera – il testo di Tacito dice che i soldati rapiunt trepidum il povero Otone e che lo trascinano tutto impaurito e lo piazzano su una portantina». Il filologo ha contestato anche le altre due domande: la seconda – quella sulla brevitas e sullo stile di Tacito – era troppo banale (il candidato non poteva far altro che snocciolare le frasi della versione dove veniva messo in evidenza lo stile di Tacito, ovvero la maggior parte del brano scelto), mentre la terza era troppo ampia: impossibile risolvere in poche righe – se non banalizzandolo all’estremo – il rapporto tra storiografia e bibliografia nella letteratura latina e greca.

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