Perin e quella Juve da scalare – L’editoriale di Alfredo Pedullà

Si chiama Mattia Perin, è uno dei migliori portieri dell’ultima generazione. Ha talento, continuità, personalità, repertorio completo. Sarebbe titolare nel 90 per cento delle squadre di serie A, ha fatto una scelta decisa, convinta e coraggiosa. La Juve. Dice il saggio: ma come la Juve, non è lo stesso club che aveva promesso a Szczesny la maglia da titolare già la scorsa estate, quando l’aveva preso, immaginando l’ultima stagione da titolare di Buffon? Sì, certo, ma non ci sono problemi. Mattia è un ragazzo che sa quello che vuole e sa soprattutto come fare. Aveva scelto la Juve, avrà la Juve. Operazione da 15 milioni, compresi i bonus. Ne vale di più, di milioni. Ma a un anno dalla scadenza del contratto il Genoa non avrebbe potuto incassare meglio. E non ha tirato la corda, sapendo che la volontà del ragazzo sarebbe stata superiore a qualsiasi rilancio. Quindo dici che in qualsiasi trattativa è il calciatore a incidere, questo è l’esempio più lampante in circolazione.

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Perin avrebbe potuto rappresentare la scelta del Napoli che è su altri profili. Avrebbe potuto metterci un po’ di pazienza e aspettare la mega proposta che prima o poi arriverà alla Roma per Alisson. Avrebbe potuto attendere spifferi nel caso di Handanovic. Oppure, fate il vostro gioco e inserite nella casella il club che volete. Nulla sarebbe cambiato. Perché l’attrazione della Juve è stata forte, irresistibile. Quando gli hanno detto che si sarebbe potuto materializzare un’opportunità del genere, Perin ha fatto l’uscita in presa alta, oppure a valanga sull’avversario lanciato a rete, più decisa della sua vita.

mattia perin
Foto ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

La Juve è partita da un altro presupposto: la competitività sempre più elevata impone la necessità di avere due portieri bravissimi, la presunta riserva all’altezza del titolare. Alla gestione ci penserà Allegri che in queste cose è un maestro. Il ragionamento bianconero non fa una grinza, poi devi trovare la predisposizione di due potenziali titolari a essere concorrenti sapendo che uno dei due parcheggerà per lungo tempo in panchina. Evidentemente la Juve ha colto nel segno. E lo diciamo in un momento difficile per gli specialisti dei grandi club: il Real ha vinto la terza Champions di fila, eppure se trovasse un titolare migliore di Navas non ci penserebbe due volte. Il povero Karius è reduce da un periodo di inenarrabile sofferenza, basta e avanza la notte di Kiev per sintetizzare il concetto. E anche il Liverpool dovrà farsi trovare pronto per cambiare padrone tra i pali. Courtois è a un anno dalla scadenza con il Chelsea, non vuole sentir parlare di rinnovo, ecco un’altra grana da risolvere in casa Abramovich. Dobbiamo continuare? Il Milan ha il problema opposto: ha preso Reina da mesi e non giudica Donnarumma incedibile, ma in assenza di una proposta accettabile per il momento tiene due titolari quasi per costrizione. La Juve, invece, ha due titolari per convinzione e scelta: la differenza è strisciante, figlia di una strategia precisa.

Non sappiamo quante partite Perin giocherà alla corte di Allegri. Sappiamo che la vita, anche calcistica, è fatta di momenti, di scalate, di conquiste. Chapeau.

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