Matteo Salvini, lo «stabile del fratello dell’ex sindaco» e quello sciacallo urlato a San Lorenzo

24/10/2018 di Redazione

Matteo Salvini si è presentato in via dei Lucani 26, quartiere di San Lorenzo, davanti allo stabile occupato dove è morta (dopo una violenza sessuale di gruppo) la sedicenne di Cisterna di Latina, Desirée Mariottini. Tra i tanti supporter del ministro dell’Interno (molti sono infatti i cittadini che si lamentano del degrado in zona), alcuni presenti hanno urlato contro il titolare del Viminale dandogli dello sciacallo. 

VIA DEI LUCANI 26: DOVE HA TROVATO LA MORTE DESIREE MARIOTTINI

Il ministro dell’Interno, rubando la scena alla sindaca Raggi, ha parlato di immediato piano di sgomberi straordinario su diversi stabili della Capitale e, davanti alle contestazioni, ha rinunciato a visitare lo stabile. Ma cosa succede in via dei Lucani 26? Come si è arrivati a quel degrado? Al posto dello stabile (un tempo ex officine FS) sarebbe dovuto nascere nel 2015 uno studio di design. Non se ne fece più nulla e varcando i cancelli ci si trova di fronte a stabili in condizioni fatiscenti.

Un ghetto, con baracche arrangiate, spesso covo di spacciatori che gestiscono la loro piazza anche alla luce del sole. I cittadini denunciavano le pessime condizioni dello stabile già da aprile. Hanno segnalato a Comune, prefetto. La situazione è precipitata dopo lo sgombero della tendopoli di largo Passamonti lo scorso gennaio. Molti dei senza fissa dimora si sono rifugiati in via dei Lucani. Tante le etnie all’interno: magrebini, centroafricani e rom slavi.  Una vera e propria bomba sociale che il Municipio ha provato ad arginare. Secondo quanto raccontavano alcuni abitanti si è provato a murare alcuni accessi ma nel giro di pochi giorni il casolare veniva di nuovo occupato. Questa è solo l’ultima fase di via dei Lucani perché si tratta di una storia vecchia, da anni e anni, che non si è mai risolta.

Il ministro dell’Interno ha però chiosato al suo arrivo: «Questo non vuol dire niente ma si parla di uno stabile del fratello di un ex sindaco». Cosa intendeva Salvini? Lo stabile era interessato a un progetto di recupero che non si è mai concluso. Come spiegava il Messaggero stamane la proprietà dello stabile è della Tunda Orange, società immobiliare il cui amministratore unico è Valerio Veltroni (fratello del più celebre ex sindaco di Roma Walter Veltroni).

Per una querelle giudiziaria – sottolinea il Messaggero – l’edificio è ora nelle mani di un custode giudiziario. E non si possono fare i lavori perché i permessi a costruire sarebbero oramai scaduti. In questo arco temporale sono stati fatti sette sgomberi. A quanto pare ogni volta insufficienti a porre fine al problema.

(foto  ANSA/ANGELO CARCONI)

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