Sea Watch, quando Salvini invitava a violare una legge considerata «ingiusta»

28/06/2019 di Enzo Boldi

È il classico gioco delle tre carte: sono all’opposizione e dico che tutto quel che viene fatto dal governo è sbagliato, invitando anche ad avere atteggiamenti contrari ai dettami delle leggi; poi sono al governo e faccio un invito alla legalità e al rispetto delle norme (solo perché fatte da me). E la terza carta è quella della coerenza e della credibilità, che spesso non viene svelata. Così Matteo Salvini, ancora una volta, ‘dimentica’ il suo passato ‘ribelle’ e si riscopre giustizialista. Ma solo quando riguarda altri.

Ora, invece, il leader della Lega ha deciso di ergersi dalla parte della giustizia e pontificare su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Il Ministro è legittimato a farlo per il ruolo istituzionale che ricopre, ma il passato non si dimentica, così come le vecchie battaglia a suon di slogan populisti. Ed ecco che, se nella politica del segretario del Carroccio esistesse la parola coerenza, non dovrebbe gridare allo scandalo per la decisione della capitana della Sea Watch 3 di puntare verso Lampedusa contravvenendo al divieto.

Matteo Salvini e l’incoerenza nella disobbedienza

«Scimmiottare matrimoni o addirittura figli o adozioni non fa parte del futuro del progresso. Senza dimenticare che queste unioni sono l’anticamera delle adozioni gay – disse Matteo Salvini nel 2016 all’indomani dell’approvazione in Parlamento della legge sulle unioni civili per le coppie omosessuali -. Motivo per cui chiederò come Lega a tutti i sindaci e amministratori locali di disobbedire a quella che è una legge sbagliata». Altro capitolo quando sentenziò: «La disobbedienza alle leggi sbagliate è una virtù».

Da «non pagate l’Imu» all’invito ai militari a manifestare contro i migranti

Insomma, Carola Rackete – seguendo pedissequamente i discorsi di Matteo Salvini – è una virtuosa. Il tutto è confermato da altri episodi, come quando invitava i cittadini a non pagare la tassa sulla casa: «Non pagate l’Imu – dichiarò nel 2011 l’attuale ministro dell’Interno quando ancora era un giovane virgulto sbarbato -. Non è da escludere che si giunga a optare per una vera e propria disobbedienza fiscale, chiedendo ai cittadini di non pagare». Oppure quando prese il megafono per invitare i militari a disobbedire e a partecipare alla manifestazioni anti-migranti alla caserma Montello di Milano. Disobbedire, dunque, era il suo mantra. Ora, invece, dato che la legge è sua si vuole portare via il pallone.

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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