Matteo Salvini: «Voglio proprio vedere se vanno avanti con l’inciucio»

L’esito della seduta in Senato di martedì 13 agosto sembrerebbe non aver avuto l’esito che Matteo Salvini sperava. Alla fine, dopo una seduta condita da fischi e battute sulle reciproche abbronzature, si è deciso che il Presidente del Consiglio risponderà alle Camere il 20 agosto, e che il 22 dello stesso mese verrà invece votato il taglio dei parlamentari. A stupire il Quirinale è però il rilancio fatto da Matteo Salvini durante il suo intervento: «Missione accettata, sfida accettata: tagliamo per la prima volta nella storia insieme 345 parlamentari, poi si vota il giorno dopo. Se voi siete pronti, noi siamo pronti». Un iter non possibile considerando che, dopo una riforma costituzionale, non si possono sciogliere le Camere che altrimenti non potrebbero richiedere un referendum. Una “supercazzola“, per citare Monicelli, che un ministro non dovrebbe fare, ma il vicepremier leghista la fa rimbalzare al collega: «Ho preso tali e quali le parole di Di Maio»

Matteo Salvini: «Voglio proprio vedere se vanno avanti con l’inciucio»

A bruciare sulla pelle di Matteo Salvini è però la nuova maggioranza che si è proposta ieri in Senato, dove spicca “l’altro Matteo”, Renzi, il cui intervento viene definito dal leader del carroccio in una intervista al Corriere della Sera come un «monologo arrogante e imbarazzante». «Mi sono venuti i brividi a immaginare una manovra Renzi, Boschi, Fico e Toninelli» continua Salvini, spiegando di aver voluto spingere sul farli uscire allo scoperto offrendo ai 5 stelle ciò che chiedevano, ovvero il taglio dei parlamentari. Questa nuova alleanza la chiama «inciucio» e , sempre dalle pagine del Corriere della Sera, Salvini sfida Boschi e Paragone a votare «insieme la commissione d’inchiesta sulle banche» o «sulle case famiglia tipo Bibbiano». Non solo, rincara la dose chiarendo che «a differenza di quello che dicono Renzi e Di Maio», la Lega non ha nessuna intenzione di mettere in discussione né quota 100 né gli 80 euro, al massimo vorrà verificare il reddito di cittadinanza che, stando a quanto direbbero molti cittadini personalmente a Matteo Salvini, non facilita le assunzioni da parte degli imprenditori, anzi le complica.

«Manovra con Giorgetti, che ha la fiducia del mondo»

Sebbene dica che «la nostra priorità è sventare l’inciucio», Matteo Salvini non è ignaro del rischio che sta correndo. «Se avessi voluto una vita comoda, saremmo rimasti in sette sulle nostre poltrone, facendo finta che andasse tutto bene» dice al Corriere della Sera in edicola all’indomani della seduta in Senato.  Salvini però non teme la nuova alleanza che gli si è presentata contro nel voto di ieri, e rilancia dicendo di voler fare «una manovra importante e coraggiosa con una persona di cui si fida il mondo come Giorgetti. Sfido Renzi piuttosto che Di Maio a dire altrettanto».

(credits immagine di copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

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