Salvini nega i porti ad Aquarius 2 e solleva il complotto (inutile) del cambio nome
17/09/2018 di Redazione
«La nave Ong AQUARIUS 2 questa mattina in navigazione a Sud della Sardegna, verso il Canale di Sicilia. Ha cambiato nome (aggiungendo un ‘2’) e bandiera, ma non cambiera’ destinazione finale: NON in Italia! #portichiusi». Questo il tweet del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
🔴La nave Ong #Aquarius2 questa mattina in navigazione a Sud della Sardegna, verso il Canale di Sicilia.
Ha cambiato nome (aggiungendo un “2”) e bandiera, ma non cambierà destinazione finale: NON in Italia! #portichiusi pic.twitter.com/8UGr4jQNzh— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 17 settembre 2018
Ma perché Aquarius ha cambiato nome? Basta consultare la stampa francese per capire che non c’è alcun complotto. La nave ha dovuto fermarsi a Marsiglia per uno scalo tecnico ad agosto ed è rimasta ferma per diverso tempo. Gibilterra, nel mentre, ha deciso di privarla della sua bandiera. La nave, di proprietà tedesca, nel 2009 era stata registrata a Gibilterra per fare ricerca, ma dal 2016 era stata noleggiata da Sos Mediterranee e Medecins sans Frontires per attività di salvataggio. Adesso Gibilterra ha annullato la convenzione stabilita proprio epr la destinazione d’uso della nave.
Resta un mistero sul perché abbiano preteso che Aquarius tornasse alle mere operazioni di ricerca e non di salvataggio solo oggi e due anni dopo i supporti forniti dai team per i salvataggi in mare.
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«La decisione equivale a una manovra politica volta a danneggiare il lavoro dell’Ong SOS Méditerranée, che insieme a Medici Senza Frontiere (MSF) gestisce la nave» dichiarono gli stessi esponenti dell’Ong, ricordando in un comunicato che per due anni e mezzo la nave ha rispettato tutti i requisiti normativi e ha superato le verifiche tecniche sulla sicurezza. Adesso Aquarius (o meglio Aquarius 2) ha trovato Panama dalla sua parte e ora l’imbarcazione, su cui operano Medici Senza Frontiere, lasciata Marsiglia dovrebbe dovrebbe raggiungere la zona di soccorso, a largo della Libia. Non solo: SOS Méditerranée, che opera con Msf a bordo della Aquarius, ha più volte sollecitato l’Europa per avere una indicazione certa del porto in cui portare i migranti una volta effettuati i salvataggi. Una indicazione che sarebbe molto più utile se data a recupero in corso evitando così l’odissea che portò l’imbarcazione a ormeggiare a Valencia dopo il rifiuto dell’Italia avvenuto questa estate.
«Dal mese di giugno, abbiamo una forte impennata della mortalità del mare», ha spiegato non molto tempo fa Sophie Beau, direttore generale della ONG. «Ci sono molti meno partenze nel 2018 rispetto agli anni precedenti – ha detto a AFP – ma il tasso di mortalità è molto più alto. Questo è il motivo per cui abbiamo urgentemente bisogno di un meccanismo prevedibile a lungo termine per evitare ogni volta che ripetiamo questa stessa saga di mercanteggiare tra diversi paesi».
(In copertina la nave Aquarius delle ong Sos Mediterranèe e Medici senza frontiere appena entrata nel porto di Valencia. A bordo c’erano 106 dei 629 migranti che erano stati soccorsi al largo della Libia, 17 giugno 2018. ANSA/GUIDELLI)