Le reazioni del Pd al mea culpa di Matteo Renzi sulla questione migranti

«Si può parlare di immigrazione senza usare il becero tema della destra?». Se lo chiede Matteo Renzi nell’incipit di una lettera aperta inviata a Repubblica, dove elenca alcuni suggerimenti per combattere la retorica nazionalista della Lega e del suo leader, Matteo Salvini. Nello scritto l’ex premier si lascia andare a un “mea culpa” sulla questione immigrazione in Italia, che ha suscitato non poche reazioni in casa Pd.

Le reazioni del Pd al mea culpa di Matteo Renzi sulla questione migranti

«Non abbiamo sottovalutato la questione immigrazione: l’abbiamo sopravvalutata quando nel funesto 2017 abbiamo considerato qualche decina di barche che arrivava in un Paese di 60 milioni di abitanti, “una minaccia alla democrazia”», scrive Matteo Renzi in un passaggio che in molti hanno subito interpretato come una critica a Minniti, ministro dell’Interno del governo Gentiloni. Il riferimento è a una conferenza stampa del 15 agosto 2017 quando il ministro, commentando i circa 40mila migranti sbarcati in Italia nei mesi estivi, aveva affermato che «i flussi migratori non governati minacciano la tenuta sociale e democratica dell’Italia».

Il commento di Orfini alla lettera di Renzi: «Lo dicevo anche nel 2017»

«Io penso quello che pensavo nel 2017, cioè che quelle parole furono sbagliate. Lo dicemmo in pochissimi: io, l’allora ministro Orlando e pochi altri. Oggi sono felice che questa riflessione sia più condivisa anche da chi allora non lo disse», ha commentato Matteo Orfini nel corso di un’intervista a Radio Capital. Secondo Orfini la frase di Minniti a cui fa riferimento Renzi nella sua lettera raccontava una visione sbagliata delle migrazioni, estranea a un partito di centrosinistra. Che in fin dei conti era l’accusa che i partiti a sinistra del Pd e le associazioni che si occupavano di immigrazione avevano sollevato nei confronti del partito democratico. «Con quella frase, e con alcune scelte politiche, ci siamo spostati sulla lettura del fenomeno di Salvini e della destra, accettando l’idea che esistesse un nesso fra immigrazione e sicurezza. L’idea che l’immigrazione mettesse a rischio la democrazia era un’idea sbagliata. Non é vero», conclude Orfini.

Carlo Calenda a Matteo Renzi: «Rispetto per l’operato di Gentiloni e Minniti»

La pensa diversamente Carlo Calenda che prende le distanze rispetto alla critica a Minniti e a Paolo Gentiloni, allora presidente del Consiglio. L’eurodeputato dem sostiene di trovarsi a grandi linee d’accordo con quanto scritto da Renzi ma ricorda all’ex premier che i provvedimenti furono votati dal Pd di cui all’epoca era segretario. «Fino a 2016 inoltrato i migranti entravano in Italia e andavano negli altri paesi europei. Dopo la chiusura di Shengen e le identificazioni no. 180 mila migranti non sono qualche persona. Il problema è nato quando Gentiloni era al governo», twitta Calenda.

Giuditta Pini: «Ora si convochi una direzione del partito sulla Libia»

A commentare la lettera di Renzi è anche un’altra dem di area orfiniana, Giuditta Pini, che sempre in un’intervista a Repubblica si dice felice che la posizione dell’ex premier si sia allineata in questo senso. «Mi fa piacere che finalmente tutti si stiano spostando mano a mano su posizioni che fino ad alcuni mesi fa avevamo in pochi. Lo si è visto l’altro ieri in occasione della mozione sulla Libia alla Camera: come gruppo abbiamo scelto di non partecipare al voto sulle motovedette libiche e questa decisione è stata preceduta da una discussione molto franca. Ora bisogna convocare al più presto una direzione del partito ad hoc sulla Libia, un tema quasi tabù al nostro interno, per confrontarci sulle scelte future».

(Credits immagine di copertina: ANSA/DANIEl DAL ZENNARO)

 

 

 

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