Matteo Renzi lascia la guida del Partito democratico | LIVE
05/03/2018 di Stefania Carboni
“Una sconfitta che ci impone di aprire una pagina nuova dentro il Pd”. Matteo Renzi parla dopo la sua sconfitta da segretario per il Partito Democratico. Si tratta di parole molto attese dopo la sconfitta netta dei democratici nelle elezioni nazionali 2018. Il Pd infatti si conferma, con coalizione a seguito, solo la terza forza politica. Ora a Largo Nazareno si riflette sul dopo. Molti spingono per le dimissioni del segretario, tranne i fedelissimi. Un cambio di rotta però sarà inevitabile. “Lascio la guida del partito democratico. Ho chiesto a Matteo Orfini di convocare una assemblea per una nuova fase congressuale”, spiega.
“Oggi l’Italia ha una situazione politica per cui chi ha vinto le elezioni non ha numeri per governare. Paradossalmente si è molto discusso di personalizzazioni referendarie ma non si è discusso di come quelle persone che si sono opposte a quella riforma oggi ne sono vittime”. Una stoccata a quelli di Liberi e Uguali. Renzi parla di una unica grande bugia: “Non faremo mai accordi”. “Noi abbiamo compiuto l’errore principale: bisognava votare nelle due finestre del 2017”, spiega. Questa ultima invece è una stoccata nei confronti del Quirinale. I rapporti con Il Colle ultimamente non sono dei più rosei.
Renzi lascia, ma solo quando ci sarà il nuovo governo (e se non si forma?), solo quando saranno fissate le primarie. È tutta colpa di chi non ha capito, Minniti ha affrontato “il problema principale” eppure ha perso, e lui stesso sta ricevendo migliaia di email di solidarietà.
— Marina Petrillo (@alaskaHQ) 5 marzo 2018
Ma chiedere scusa ai milioni di elettori che non si sono sentiti rappresentati dal suo progetto, niente? Solo rivendicazione di quanto era bella la sua idea del paese, quanto belli i risultati del suo governo. E rancore per tutto il resto. Un discorso inconcepibile #Renzi
— Fabio Chiusi (@fabiochiusi) 5 marzo 2018
Alla fine della conferenza stampa, lo porto via con una camicia con le maniche lunghe lunghe.#renzi #elezioni2018
— Gianni Kuperlo (@GianniCuperIoPD) 5 marzo 2018
“Simbolo di questa campagna è il contrasto in uno dei 231 collegi. Mi riferisco a Pesaro. A Pesaro il centrosinistra ha candidato un ministro straordinario (Minniti)”, spiega Renzi. Minniti è stato sconfitto da Andrea Cecconi, 5 stelle coinvolto nel caso di rimborsopoli.
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Quali sono le ipotesi in campo? Si prospetta un comando “temporaneo” del presidente Matteo Orfini. Questa ultima ipotesi però è invisa da diverse correnti. E si fa il nome del ministro Graziano Delrio o di Dario Franceschini. Entrambi però non sembrerebbero presenti nella sede del Partito Democratico.