L’artiglio di Mattarella sul Csm: «Coacervo di manovre nascoste: erano convinti di poterlo manovrare»

Un Sergio Mattarella inedito, quello che si è presentato questa mattina a Palazzo dei Marescialli, nella riunione straordinaria del Csm, di cui il presidente della Repubblica è il numero uno. Il suo discorso è un attacco durissimo nei confronti di quei membri dell’organo di autogoverno della magistratura che hanno portato al caos che si sta vivendo nelle ultime settimane, con le indagini a carico di Luca Palamara e le conseguenti dimissioni dei quattro membri del Csm e di diversi esponenti delle associazioni sindacali, come l’Anm.

L’ira di Mattarella sul Csm

Il passaggio più duro è senz’altro questo: «Il coacervo di manovre nascoste – ha spiegato il capo dello Stato – di tentativi di screditare altri magistrati, di millantata influenza, di pretesa di orientare inchieste e condizionare gli eventi, di convinzione di poter manovrare il Csm, di indebita partecipazione di esponenti di un diverso potere dello Stato, si manifesta in totale contrapposizione con i doveri basilari dell’ordine giudiziario e con quel che i cittadini si attendono dalla magistratura».

Secondo il Capo dello Stato quanto accaduto in seno al Csm, con le presunte discussioni per orientare le varie direzioni delle procure più importanti, dei presunti intrecci con la politica e con gli uomini delle istituzioni, è inaccettabile e non può rappresentare un sistema sano per regolamentare uno dei tre poteri dello Stato, perno fondamentale della democrazia e del concetto di Repubblica.

Il duro discorso di Sergio Mattarella al Csm

Sergio Mattarella tuttavia è convinto che il Csm al suo interno possa avere gli anticorpi per superare questa situazione e per gestire quanto accaduto: anche in questa ottica va letta la doppia data per le elezione dei nuovi membri della magistratura, il prossimo 6 e 7 ottobre. Ma anche l’invito al Parlamento ad attuare le riforme necessarie per evitare che episodi del genere, che coinvolgono anche membri dell’assise a cui è demandato il potere legislativo, possano ripetersi ancora.

FOTO: ANSA/ UFFICIO STAMPA QUIRINALE/ FRANCESCO AMMENDOLA

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