“Matrimonio gay funerale d’Italia”, ex membro di Fn condannato per aver affisso questi manifesti
Si tratta di Mirco Ottaviani, ex responsabile di Forza Nuova Romagna
06/02/2021 di Redazione
Mirco Ottaviani, ex responsabile di Forza Nuova Romagna, è stato condannato per diffamazione dal tribunale di Forlì al pagamento di 1000 euro di multa in relazione alla vicenda di alcuni manifesti funebri che sono stati affissi a Cesena dove venivano pubblicati i nomi di Manuel e Marco, la prima coppia gay ad essersi unita civilmente in città. “Matrimonio gay funerale d’Italia“, si legge sul manifesto. Il processo è nato a seguito dell’esposto dell’associazione dopo il finto funerale che i militanti del movimento di estrema destra avevano organizzato contro l’unione civile.
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Matrimonio gay funerale d’Italia, la condanna dell’Arcigay
Ottaviani è stato anche condannato al pagamento di 1500 euro di danni alla parte civile Arcigay Rimini e al pagamento delle spese legali all’avvocato Christian Guidi del foro di Rimini che per conto di Arcigay Rimini ha curato la costituzione di parte civile. «Questi soldi saranno usati per campagne di sensibilizzazione e per finanziare il prossimo Summer Pride», ha reso noto l’associazione. «Ricorreremo in appello, continueremo in questa battaglia», ha detto Mirco Ottaviani all’agenzia di stampa Agi.
Matrimonio gay funerale d’Italia, cosa dice la legge
«È nostro desiderio ringraziare il Comune e il suo avvocato per essersi esposti e aver sostenuto la battaglia legale per avere giustizia di questi comportamenti infami», ha detto ancora Arcigay. «In mancanza della legge Zan – ha detto Marco Tonti, presidente di Arcigay Rimini – una legge ben precisa che condanni gli atti omofobici come questi, anche i tribunali hanno le mani legate e non possono fare piena giustizia di questi comportamenti vergognosi e incivili. Comunque questa condanna dice chiaramente che questi atti discriminatori non sono compatibili col vivere civile e questo è un precedente importante che speriamo faccia desistere altri da mettere in pratica questi atti discriminatori».