Mastodon valuta azioni contro il social di Trump: sarebbe una copia che viola la licenza

Il social network tedesco, open source, permette di attingere ai suoi codici, a patto che questa operazione sia esplicita

24/10/2021 di Gianmichele Laino

Nonostante non sia ancora andato online e, per ora, ci sia soltanto l’annuncio di un lancio nel prossimo mese di novembre (soltanto in versione beta, con poche persone invitate a usare la piattaforma), Truth Social sta già alimentando un insieme incredibile di polemiche. L’ultima è quella tra Mastodon e Truth Social, appunto: due social network a confronto che – a una prima occhiata, ma anche a una un po’ più approfondita – sembrano identici.

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La miccia è stata accesa dal giornalista Mikael Thalen (che scrive per The Daily Dot). Quest’ultimo ha mostrato uno screenshot scattato da chi era riuscito a inserirsi all’interno di Truth Social, denunciandone la somiglianza con Mastodon. Il social network open source ha risposto con un tweet emblematico: «Sembra avere qualcosa di familiare».

Il progetto Mastodon è nato nel 2016. Si tratta di un software e di una piattaforma social, che hanno come caratteristica principale quella della trasparenza. Il fondatore Eugen Rochko è sempre stato convinto di questa scelta: Mastodon è collegato a una rete molto ampia di server, ciascuno con le sue politiche di utilizzo, permettendo agli utenti di scegliere persino il “veicolo” dal quale vogliono essere trainati, senza perdere tuttavia la propria community di riferimento.

Il suo codice sorgente è aperto ed è messo a disposizione del pubblico attraverso la cosiddetta licenza AGPLv3. Quest’ultima prevede senza dubbio che il codice di Mastodon possa essere utilizzato, a patto che questo aspetto venga dichiarato. Non si può pensare, in pratica, di utilizzare il codice sorgente di Mastodon spacciandolo come un codice proprietario. Eppure, pare proprio che Truth Social abbia fatto così. Trump ha deciso di investire in tecnologia, ha preso qualcosa che funziona e ci ha messo su il suo nome, il suo marchio. Tra l’altro, il meccanismo di funzionamento e le opzioni scelte per far interagire la sua community sembrano essere molto simili a quelle di Twitter, con la sola differenza che i post del microblog, invece di chiamarsi “tweet” appunto, si chiamano “truths”- verità. 

Non si esclude, ora, che Mastodon possa avviare un’azione legale nei confronti della società che Trump ha costituito appositamente per realizzare questo progetto, la Trump Media & Technology Group. Contattato da Vice, il fondatore di Mastodon Eugen Rochko ha detto che si stanno effettuando degli approfondimenti per capire quanto queste somiglianze siano effettivamente tangibili. L’unica base che si può avere per capire se Truth Social abbia violato i termini e le condizioni di utilizzo è proprio quella di verificare la conformità alla licenza di Mastodon, attualmente l’unico aspetto che è nero su bianco in tutta questa vicenda. Nel caso in cui ci fosse effettivamente una violazione, allora potrebbe iniziare una vera e propria battaglia legale. 

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