Cacciari si autoassolve: «Sono tutti colpevoli, io l’unico a salvarmi»

14/11/2019 di Redazione

«Da destra a sinistra, tutti volevano il loro Mose: per questo sono tutti colpevoli, ma voglio che sia messo a verbale che io ero l’unico a non volerlo. Per questo non mi sento responsabile, sono l’unico a non essere responsabile». Si riassume così il pensiero di Massimo Cacciari, il filosofo che è stato sindaco di Venezia per tre mandati. È proprio lui a ritenersi l’unico innocente in tutto questo marasma che si è verificato nella notte tra il 12 e il 13 novembre a Venezia, con l’acqua alta (arrivata a 1,87 metri) che ha travolto edifici, opere d’arte e ha provocato anche due vittime.

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Massimo Cacciari chiede che sia messo agli atti che lui è l’unico innocente nell’agonia di Venezia

Lo ha spiegato per tutta la giornata di ieri, in diversi suoi interventi: da Otto e Mezzo, dove è stato ospite di Lilli Gruber, fino ad arrivare alle interviste rilasciate a giornali come Il Fatto Quotidiano. La soluzione per Massimo Cacciari non era di certo quella dell’opera mastodontica che rappresentava innanzitutto una colata di cemento in Laguna e che poi era stata percepita immediatamente come impossibile da realizzare.

«La vogliono? Hanno deciso di farla? Mi dicevo – ricorda Cacciari -: speriamo almeno che non buttino via i miliardi di euro per completarla. Invece è successo proprio questo». L’idea alternativa che l’ex sindaco di Venezia aveva sempre proposto era quella di voler garantire una manutenzione continua alla laguna, attraverso interventi sempre correggibili e soprattutto reversibili, che prestassero attenzione alla particolare natura della città. Ma la linea del Mose a tutti i costi, affidato al consorzio Venezia Nuova continuò a prevalere.

Massimo Cacciari è stato sindaco di Venezia dal 1993 al 2000 e dal 2005 al 2010. In tutti questi anni cercò di fare ferrea opposizione al Mose. Adesso che Venezia è stata inondata e che l’opera si è rivelata praticamente inutile, perché ancora incompleta dopo oltre 16 anni, chiede che sia dato merito alla sua lungimiranza.

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