Secondo Massimo Cacciari il Pd deve tornare «al Renzi del 2014»

Rinnovarsi guardando – e imitando – il passato. È il consiglio un po’ aggrovigliato che Massimo Cacciari rivolge al Partito Democratico, in particolar modo a Nicola Zingaretti. Secondo il filosofo ex sindaco di Venezia infatti «c’è poco da fare» se non fare «come il Renzi del 2014».

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In una intervista a Il Tempo, Massimo Cacciari ha commentato la sconfitta del Partito Democratico in Umbria, definendo la campagna congiunta tra Pd e M5S «una marea di errori, anche tattici» che ha portato le forze politiche «incredibili» e «incomprensibili». Un segno soprattutto per il partito Democratico che «deve rifondarsi». L’invito del saggista al segretario Pd è di non andare avanti con «mezzucci, rattoppi» concentrandosi eccessivamente sul ricucire strappi-non strappi con l’interno del partito. «Non può più perdere un minuto in questo pantano» continua Cacciari, che però ha la soluzione, almeno teorica. Secondo l’ex sindaco di Venezia è ora che Zingaretti lanci «un congresso aperto su tesi chiare, che evidenzino con nettezza i punti anche di contrasto» mobilitando tutte le forze di sinistra. Altrimenti, presagisce Cacciari, anche il voto regionale in Emilia Romagna non sarà positivo. Una rivoluzione? forse, che però guarda al passato: il nuovo Zingaretti dovrà essere «audace» e coraggioso, «dovrà essere- in termini completamente diversi come linea come cultura come tutto – come il Matteo Renzi del 2013-14. C’è poco da fare». Ma il paragone con Renzi, in chiave negativa, vale anche per l’altra forza di governo. Cacciari infatti non si risparmia nemmeno sul Movimento 5 Stelle- «che si fanno le seghe con i vitalizi e il numero dei parlamentari» – i cui politici hanno fatto «un po’ come Renzi, tale e quale»: «Non hanno combinato nulla – spiega Cacciari – son partiti con promesse del tipo “cambiamo il mondo” e non hanno fatto nulla». il risultato è che «sparandole grosse» alla fine «è chiaro che la gente ti manda a quel paese»

(Credits immagine di copertina: ANSA/GIORGIO BENVENUTI)

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