Parola di Zuckerberg: «Su Cambridge Analytica abbiamo sbagliato, io responsabile»

Interrompe il silenzio il CEO di Facebook Mark Zuckerberg, qualche giorno dopo la deflagrazione dello scandalo Cambridge Analytica, la società che ha sfruttato il social network per aver accesso a oltre 50 milioni di profili di utenti americani, attraverso i quali avrebbero condizionato anche i processi elettorali come la vittoria di Dinald Trump alle presidenziali Usa.

Mark Zuckerberg risponde e ammette le sue colpe

«Sono responsabile di quello che è successo – ha detto Zuckerberg – Abbiamo fatto degli errori, c’è ancora molto da fare. Abbiamo la responsabilità di proteggere le vostre informazioni». Una vera e propria ammissione di colpa quindi, con tutte le conseguenze del caso. Zuckerberg si presenta a capo chino davanti ai propri utenti e clienti per farsi cospargere il capo di cenere.

La sua è la presa d’atto di una dura sconfitta: «Se non riusciamo a proteggere le vostre informazioni – ha scritto sulla sua pagina Facebook – non meritiamo di essere al vostro servizio. La buona notizia – ha aggiunto – è che molte misure per prevenire tutto questo sono state già prese anni fa. Stiamo comunque lavorando per evitare che quanto accaduto si ripeta una seconda volta».

Mark Zuckerberg risponde, il lungo post su Facebook

Zuckerberg, nel lungo post scritto direttamente da Menlo Park, si è lasciato andare anche a una cronologia degli eventi. Il CEO di Facebook parte proprio dal 2007, anno di fondazione del social network, spiegando le motivazioni – note ormai a tutti – per le quali è nato. Nel 2013, invece, è stata elaborata l’app dal ricercatore della Cambridge University Aleksnadr Kogan che, attraverso un questionario, raccoglieva i dati degli utenti: installata da 300mila persone, grazie al sistema di condivisione di Facebook, è stata in grado di accedere ai profili di tantissima altra gente.

Nel 2014 sono state messe fuori uso tutte quelle applicazioni che funzionavano in maniera analoga – ha sottolineato Zuckerberg -, ma soltanto nel 2015 Facebook è venuto a conoscenza del fatto che Kogan avesse venduto i dati da lui raccolti a Cambridge Analytica: «È contrario alle nostre politiche per gli sviluppatori condividere i dati senza il consenso delle persone – ha scritto Zuckerberg -, quindi abbiamo immediatamente bandito l’app di Kogan dalla nostra piattaforma e richiesto che Kogan e Cambridge Analytica certificassero formalmente di aver cancellato tutti i dati acquisiti in modo improprio. Hanno fornito queste certificazioni».

Mark Zuckerberg risponde, la cronologia dei fatti

Evidentemente, però, non è bastato e Facebook – in qualche modo – è stato raggirato. A questo punto, inevitabile, è scattato il sistema di tutela del social network che ha chiesto immediatamente spiegazioni a Cambridge Analytica, rea – secondo Zuckerberg – di aver «violato il rapporto di fiducia che c’era tra Facebook, Cambridge Analytica e Kogan».

Infine, Zuckerberg spiega quali misure abbia preso Facebook per ovviare a quello che è stato definito da molti lo scandalo del secolo: «Innanzitutto – ha scritto Zuckerberg -, esamineremo tutte le app che hanno avuto accesso a grandi quantità di informazioni prima di cambiare la nostra piattaforma. Banneremo qualsiasi sviluppatore dalla nostra piattaforma che non accetti un controllo approfondito. E se troviamo sviluppatori che usano in modo improprio informazioni personali, faremo la stessa cosa. Ciò include persone i cui dati sono stati utilizzati anche da Kogan».

Mark Zuckerberg risponde, le misure supplementari e l’intervista alla Cnn

«In secondo luogo – ha proseguito Zuckerberg -, limiteremo ulteriormente l’accesso ai dati degli sviluppatori per prevenire altri tipi di abuso. […], Infine, vogliamo essere sicuri di capire a quali app avete permesso di accedere ai vostri dati. Nel prossimo mese mostreremo a tutti uno strumento nella parte superiore del feed di notizie di Facebook con le app che sono state utilizzate e indicheremo un modo semplice per revocare le autorizzazioni di accedere ai dati da parte di queste app. Abbiamo già uno strumento per farlo nelle impostazioni sulla privacy e ora metteremo questo strumento nella parte superiore del feed di notizie per assicurarci che tutti lo vedano».

Un cambiamento strutturale quello lanciato da Zuckerberg, quindi. Basterà per riconquistare la fiducia degli utenti? Per ora, il Ceo di Facebook si è limitato a questa dichiarazione sul social network, ma a breve rilascerà un’intervista – che si annuncia infuocata – alla Cnn.

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