Calabria, appalti sospetti: obbligo di dimora per il presidente PD Oliverio
17/12/2018 di Redazione
La regione Calabria si è svegliata nel caos, la mattina del 17 dicembre 2018. Al presidente della giunta Mario Oliverio, uomo del Partito Democratico, è stato notificato l’obbligo di dimora dalla Guardia di Finanza, che ha dato corso a una misura cautelare emessa dal gip distrettuale di Catanzaro.
Mario Oliverio, obbligo di dimora per lui
L’oggetto del provvedimento – che comprende anche l’obbligo di dimora per l’ex sindaco di Pedace Marco Oliverio e l’arresto dell’imprenditore Giorgio Barbieri – riguarderebbe alcuni appalti sospetti. Mario Oliverio, adesso, non potrà varcare i confini del paese di San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza.
In totale, le misure cautelari emesse dal gip sono 16. Per sette di queste persone si ipotizzano addirittura aggravanti mafiose. Gli indagati, infatti, avrebbero aiutato la cosca di ‘ndrangheta Muto di Cetraro. Intorno alle 11 di oggi, la Guardia di Finanza ha disposto una conferenza stampa per dare ulteriori chiarimenti in merito alla vicenda.
I contorni dell’inchiesta che ha portato all’obbligo di dimora per Mario Oliverio
Nel corso dell’incontro con i giornalisti, i contorni dell’indagine sono stati chiariti: al centro di tutto ci sono diversi maxiappalti pubblici, compreso quello per ripristinare il comprensorio sport-natura di Lorica, località montana nella provincia di Cosenza. Inoltre, le forze dell’ordine hanno messo in correlazione con questa indagine anche alcuni trasferimenti di denaro che facevano capo a Franco Muto, il boss di Cetraro che ha fatto la sua fortuna con la gestione del mercato del pesce della zona.
Il presidente della regione Calabria sarebbe stato al centro di alcune intercettazioni telefoniche tra un uomo vicino ai clan per quanto riguarda gli appalti (Giorgio Morabito) e l’imprenditore Giorgio Barbieri che, al momento, risulta tra gli arrestati. Secondo una di queste intercettazioni Oliverio sarebbe stato «un Presidente molto accentratore e per prendere delle decisioni non delega nessuno e facendo questo rallenta la Regione». Ovviamente, le indagini sono ancora in corso e le eventuali posizioni saranno chiarite in futuro dai magistrati.