Maria Rosaria Iardino: «Fernando Aiuti è stato molto di più di quel bacio»
09/01/2019 di Gianmichele Laino
Al telefono, si percepisce la voce commossa di Maria Rosaria Iardino. Lei, insieme a Fernando Aiuti, fu protagonista di uno degli scatti più sigificativi della storia della medicina mondiale. Lei, attivista sieropositiva, aveva 25 anni quando – nel 1991, alla Fiera Campionaria di Cagliari – fu raggiunta dal bacio dell’immunologo che voleva dimostrare come l’Aids non potesse essere trasmesso con quel tipo di contatto fisico. Una lotta alle fake news (che, in quei giorni, erano state diffuse dal quotidiano il Mattino) ante litteram. Una sorta di anticipazione di quello che sarebbe successo in futuro, con i social network e le false credenze mediche.
Maria Rosaria Iardino, il ricordo di Fernando Aiuti
«Sono dispiaciutissima – ha detto la Iardino a Giornalettismo -. Fernando è una di quelle persone che tutti noi riteniamo immortali, salvo poi, alla prova dei fatti, essere sorpresi dal fatto che non sia così». Il ricordo di Fernando Aiuti è vivo, tangibile. L’attivista, che ora presiede l’associazione «The Bridge», ci tiene però a sottolineare quanto l’opera di Aiuti sia stata importante, al di là di quel gesto simbolico.
«Non voglio raccontare Fernando Aiuti come l’uomo del bacio e basta – continua la Iardino -, Mi piace descriverlo come l’uomo che ha sempre combattuto contro l’Aids e che si è sempre occupato degli ultimi e degli emarginati, dando loro dignità». Tuttavia, riconosce l’importanza simbolica, dal potente valore comunicativo, di quel bacio e non intende assolutamente farlo passare in secondo piano: «Quel bacio va rivendicato – ha detto – non voglio sminuirlo. Oggi, alla luce della circolazione delle fake news in campo medico, sono d’accordo sul fatto che quello sia stato una vera e propria operazione di debunking. Sottolineo ancora una volta, tuttavia, quanto sia stato importante il suo lavoro».
L’eredità di Fernando Aiuti spiegata da Maria Rosaria Iardino
E il lascito del professor Aiuti è davvero enorme: «Lui era un clinico vecchia scuola. Uno che aveva nella diagnosi il suo punto di forza. La sua lotta contro l’Aids sarà sempre una pietra miliare: anche nelle sue ultime interviste, nel dicembre 2018, riportava l’attenzione su questa tematica, dal momento che nessuno ne parla più».