Salvini non vuole che si paragoni la strage di Marcinelle ai migranti che arrivano in Italia

08/08/2019 di Enzo Boldi

Strumentalizzare dicendo di non volere strumentalizzazioni. Anche nel ricordo della vittime di Marcinelle, Matteo Salvini riesce a inserire concetti tipici alla «Prima gli italiani», il tanto agognato motto leghista che si è evoluto nel tempo in base al vento che soffiava dietro le loro spalle. E, ovviamente, il leader della Lega (quello che fino a tre anni fa andava in giro per il Settentrione gridando «Prima il Nord», e non solo) ha dovuto inserire il discorso migranti anche nella giornata del 63simo anniversario della strage in Belgio.

«Era l’8 agosto 1956. A Marcinelle, in Belgio, un incendio divampato in una miniera di carbone uccise 262 persone, tra cui 136 italiani – ha detto Matteo Salvini – . È doveroso non dimenticare e dedicare un pensiero alle vittime, con l’impegno che il lavoro sia sempre più sicuro, e con la speranza che nessuno paragoni i nostri emigranti italiani del passato, i nostri nonni e bisnonni andati a lavorare in tutto il mondo a cui nessuno regalava niente, ai troppi clandestini fatti arrivare in Italia negli ultimi anni e mantenuti a spese degli italiani».

La strumentalizzazione di Salvini sui migranti

Cose già viste, cose già dette. Così come l’accusa di strumentalizzazioni lanciata strumentalizzando. Il copione è lo stesso, così come la musica che accompagna il testo ripetuto a pappardella. Senza che nessuno glielo avesse chiesto. E, invece, Matteo Salvini trova il modo di accusare eventuali strumentalizzazioni – attraverso una logica sovrapposizione tra passato e presente – tirando in ballo i migranti che sono arrivati in Italia.

La tragedia di Marcinelle

La strage di Marcinelle avvenne l’8 agosto del 1956, quando un incendio all’interno della miniera di carbone Bois du Cazier (in Belgio) costò la vita a 262 persone, di cui 136 immigrati italiani che si erano trasferiti lì in cerca di miglio fortuna. In Italia, in quel periodo, la situazione era tutt’altro che florida. Ben peggiore delle condizioni di ‘crisi’ economico-finanziaria che sta attanagliando il nostro Paese nell’ultimo decennio abbondante. Il paragone con i migranti che sbarcano sulle nostre coste, dunque, è più che legittimo. Ma se non si vuole, strumentalizzare si può anche decidere di rimanere in silenzio. Almeno una volta.

Share this article