La forza di Manuel Bortuzzo: «Se incontrassi chi mi ha sparato riderei. Sogno ancora le Olimpiadi»

13/03/2019 di Enzo Boldi

Una forza d’animo che lo ha portato a reagire dopo quella sparatoria di cui è stato l’unica incolpevole vittima. Manuel Bortuzzo è tornato per la prima volta nel centro Federale di Ostia, dove si allenava prima di quella folle notte tra il 2 e il 3 febbraio quando due giovani dell’Axa lo colpirono con un proiettile a piazza Eschilo e ha parlato di quanto accaduto e dei suoi sogni che, nonostante tutto, continuano a essere vivi e lucidi. E lui farà di tutto per riprendersi quello che gli è stato tolto. Olimpiadi comprese.

«Incontrare chi mi ha sparato? Non cambierebbe nulla, ma se me lo trovassi davanti mi metterei a ridere perché non ha senso quello che hanno fatto – ha detto Manuel Bortuzzo ai cronisti presenti al centro della Federnuoto a Ostia -. Non si tratta di perdonarli o meno. Io semplicemente non do loro nessun peso, li lascio perdere. Loro avranno le loro conseguenze e anche queste non mi interessano. Perché il problema non sono loro due, ma il genere, il tipo di persone, il contesto sociale. Come loro due ce ne sono tanti altri: quindi non serve prendere di mira loro. Piuttosto bisogna fare qualcosa per tutti gli altri».

Manuel Bortuzzo non perde il sorriso e sogna le Olimpiadi

Il suo futuro, adesso, sarà costellato a giornate passate tra piscina e riabilitazione perché gli obiettivi sono ben chiari: «Rispetto all’obiettivo finale sono a bassi livelli – ha spiegato Manuel Bortuzzo – ma il modo in cui sono arrivato qui mi dà grande fiducia di poter arrivare dove voglio in breve tempo e nel migliore dei modi. Dove mi vedo tra dieci anni? Mi sa ancora in tv, per un motivo o per l’altro. Ma spero in piedi». In piedi e con un sogno a Cinque Cerchi: «Il mio obiettivo era quello di partecipare alle Olimpiadi e non è cambiato: se tutto andrò bene ci andrò.  Non ho pensato alle Paralimpiadi, voglio prima vedere dove posso arrivare».

Non odio nessuno, chi ha sbagliato pagherà

La scorsa settimana è tornato in vasca muovendo le prime bracciate del suo lungo percorso di neuroriabilitazione all’ospedale Santa Lucia. Un’emozione grandissima che ha riacceso in lui un sogno mai sopito neanche in quei giorni difficili passati a lottare tra la vita e la morte. «Come ho detto un sacco di volte, io stavo vivendo la mia vita, ero felice, felicissimo, non stavo facendo niente per andare incontro a una cosa simile. Quindi questa cosa doveva semplicemente succedere: non rimpiango di non aver fatto qualcosa di diverso, perché stavo facendo quello che mi sentivo di fare. Quindi a posto così. Nessun odio da parte mia? È il mio carattere. Conosco persone che se la sono presa a morte con chi gli ha creato il danno, invece c’è gente come me che ci passa sopra e pensa a sé stesso e a recuperare in fretta, perché quello che voglio è tornare tra i miei ragazzi normalmente».

(foto di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI)

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