La manovra gialloverde (con il taglio dell’Ires agevolata) inguaia pure il non profit
21/12/2018 di Redazione
La manovra finanziaria gialloverde inguaia anche il terzo settore, il non profit. È quanto evidenziano in queste ore alcuni rappresentanti delle opposizioni e in particolare il Partito Democratico. La deputata Dem Maria Chiara Gadda, capogruppo Dem in Commissione Agricoltura, ha spiegato che il taglio del regime Ires ad aliquota agevolata del 12% provocherà per gli enti del terzo settore un aumento delle tasse.
Il Pd: con il taglio dell’Ires agevolata più tasse per il terzo settore
«Fra tutte le misure che gridano vendetta nella Legge di Bilancio firmata da M5s e Lega – ha dichiarato la parlamentare – c’è n’è una particolarmente iniqua per un settore di grande rilevanza sociale: il mondo del non profit. In particolare, per tutti gli enti che si occupano di assistenza sociale, sanità, beneficenza, istruzione, alloggio sociale. Il taglio del regime Ires ad aliquota agevolata del 12%, infatti, provocherà per questi soggetti giuridici un raddoppio del carico tributario nel 2019. La riforma del terzo settore ha introdotto la disapplicazione dell’agevolazione per gli enti che si iscriveranno nel registro unico nazionale. Ma in attesa che scattino gli specifici regimi forfettari previsti, gli enti non profit avrebbero potuto continuare a beneficiare del taglio dell’Ires al 12%, la cui cancellazione farà invece scattare il regime di tassazione con aliquota ordinaria. Insomma un bel regalo di Natale per il Terzo settore».
Ma l’intervento sull’Ires viene evidenziato anche da esponenti di Forza Italia, elencando quelli che vengono ritenuti punti critici della manovra M5S-Lega. La capogruppo azzurra al Senato Anna Maria Bernini in conferenza stampa, spiegando i motivi dell’opposizione alla legge di Bilancio ha affermato: «Con 10 colpi la manovra di bilancio sfascerà l’Italia». E ancora: «Europa detta, Governo Conte scrive, Parlamento imbavagliato. Bugie sul deficit: dal 2,4 al 2. Bugie su crescita Pil: dal 1,5 a 1. Truffa reddito cittadinanza, da 780 a 83 euro mensili. Blocco indicizzazione pensioni da 1.500 euro. Puniti anche i redditi bassi. Scompare la Flat Tax, ma dal 2020 incombe super-Iva al 26,5% con clausole fino a 30 miliardi. Cancellati investimenti Ferrovie e cantieri. Meno cofinanziamenti per usare fondi Ue al Sud, abbandonato. Ridotto credito imposta. Assunzioni PA rinviate. Militari tappa buche. Meno agevolazioni alle imprese. Più Ires per massacrare associazioni e oratori. Massacrato risparmio italiani e Btp invenduti. Ecotassa non solo su Suv. Stangato perfino il panettiere con il Doblo’. Tagli e bavagli all’editoria. Chiusura Agenzie stampa e giornali di carta. La verita’ deve correre solo sul web: #primatartassategliitaliani».
(Foto di copertina da archivio Ansa: l’Aula della Camera dei deputati. Credit immagine: ANSA / ANGELO CARCONI)