È passata la manovra dei sette giorni
30/12/2018 di Gianmichele Laino
Sette giorni. Tanto è durata la discussione e la votazione tra Camera e Senato per approvare la legge di bilancio 2019. Alla fine, la maggioranza ha ottenuto il via libera definitiva poco dopo le 16.30 del 30 dicembre, a poco più di 24 ore dalla scadenza del 31 dicembre 2018, termine ultimo per evitare l’esercizio provvisorio. Una manovra tribolata, che ha subito più volte delle modifiche in seguito agli accordi con Bruxelles e che, proprio per questo motivo, è stata esaminata poco e male dalle opposizione. Un oscuro precedente (questo sì) per la democrazia, sul quale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – nel suo discorso di fine anno – dovrebbe invitare le forze politiche a riflettere.
Manovra approvata in sette giorni
Se si eccettuano i passaggi in commissione (e anche qui il dibattito è stato spesso deficitario, caratterizzato da approssimazione e da tempi contingentati), la manovra in Aula è stata ben poco. Sette giorni appunto. In prima lettura, l’iter alla Camera è durato tre giorni, dal 5 all’8 dicembre. Trasmessa al Senato, dopo una lunga riflessione, la legge di bilancio è stata approvata con modificazioni il 23 dicembre. Tra un panettone e uno spumante, i deputati della Camera hanno avuto modo di leggere queste ultime modifiche nei tre giorni che hanno separato il 28 dal 30 dicembre.
In questi sette giorni di assemblea, poi, bisogna includere i passaggi a vuoto, con la maggioranza che spesso lasciava le minoranze sole, con le proteste dei gruppi d’opposizione che hanno causato diverse sospensioni dei lavori, con proteste che hanno portato i deputati di Partito Democratico, LeU e Più Europa a non votare la manovra per non partecipare a quello che hanno definito uno «scempio democratico».
Manovra approvata, ma la democrazia è a rischio
Il Parlamento grida vendetta: un po’ come ha chiesto, negli ultimi giorni, Emma Bonino, che ha pesantemente accusato il governo di esautorare l’Aula delle sue funzioni. Un pericolo per la democrazia, con il potere legislativo che sembra appiattirsi sempre di più sul potere esecutivo. La manovra 2019 è stata una brutta pagina della storia repubblicana. Non solo nei contenuti, ma anche nella forma. Un rischio che, sebbene non avvertito dalla pancia del Paese, deve essere sottolineato per evitare problemi democratici.
FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI