C’è per caso la rinascita de L’Unità dietro ai manifesti di Gramsci comparsi a Roma?

Girare nel quartiere Nomentano di Roma e ritrovarsi, all’improvviso, di fronte un manifesto rosso (o verde) con una scritta bianca. «Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in queso chiaroscuro nascono i mostri». In calce, l’autore della citazione, Antonio Gramsci. Una frase scelta accuratamente tra quelle del fondatore del Partito Comunista Italiano. Che ben si adatta al contesto che stiamo vivendo, al tempo del governo legastellato.

Manifesti Gramsci: le caratteristiche di una campagna di marketing

L’autore dell’azione è, al momento, ignoto. Ma ci sono alcuni elementi che possono portare a formulare qualche ipotesi. Innanzitutto, la regolarità e il rispetto delle norme di quella che sembra essere una campagna promozionale in piena regola. La comparsa improvvisa di manifesti in città ha già dei precedenti. Noti, ad esempio, quelli legati alla piattaforma Netflix che, qualche tempo fa, scelse di inserire, in una sua strategia di marketing, alcuni manifesti non firmati.

Consultando l’ufficio affissioni del comune di Roma, si può evincere come il committente dei manifesti abbia ottenuto tutte le autorizzazioni previste in questi casi. Altri manifesti verranno affissi nella Capitale nella giornata di domani, 7 dicembre. Il che porterebbe a escludere un’azione estemporanea di gruppi legati, ad esempio, ai centri sociali, che non si formalizzano troppo quando si tratta di attaccare manifesti in città. C’è qualcuno, insomma, che ha pagato più di qualche soldino per tappezzare la città con una frase di Antonio Gramsci.

L’ipotesi Unità dietro ai manifesti di Gramsci

A questo punto le ipotesi sono due ed entrambe circolano in ambienti vicini ai partiti di sinistra italiani. La prima è che ci possa essere un legame tra questa campagna promozionale e la rinascita de L’Unità. Quotidiano fondato, appunto, da Antonio Gramsci. La scelta della frase (molto sottile) ovviamente non sarebbe da attribuire a una presunta cordata capeggiata da un Lele Mora qualsiasi (ipotesi che era circolata qualche giorno fa), ma andrebbe a presupporre un impegno intellettuale di un certo spessore. Una motivazione di questo genere rientrerebbe perfettamente nelle attese create da una strategia di marketing nei confronti del lancio di un nuovo prodotto editoriale. E, se questa ipotesi dovesse essere confermata, certificherebbe che all’origine di tutto ci sia uno dei massimi esperti del settore.

L’altra ipotesi che circola negli ambienti della sinistra italiana è quella di un collegamento con la manifestazione indetta dalla Lega di Matteo Salvini per il prossimo 8 dicembre. Ma – ci si chiede – perché non firmare il manifesto? Se la matrice è semplicemente politica, perché non associare un volto o un nome a un gesto forte nei confronti del ministro dell’Interno?

Le intenzioni del committente dei manifesti, insomma, sembrano essere molto più legate a una strategia di mercato. Chi vivrà, vedrà.

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