Il Pd risponde all’arresto di De Vito con le manette di Giarrusso
20/03/2019 di Gianmichele Laino

Non è stata proprio una scelta felicissima dal punto di vista della comunicazione. Il Partito Democratico ha utilizzato l’immagine delle manette esibite da Mario Michele Giarrusso subito dopo la riunione della giunta per le immunità del Senato che ha deciso il ‘salvataggio’ di Matteo Salvini (che si concretizzerà nelle prossime ore, dal momento che è in corso il voto in aula) per commentare l’arresto del presidente dell’Assemblea Capitolina, il rappresentante del M5S Marcello De Vito.
Manette Giarrusso, il simbolo postato dai deputati Pd
Una sorta di ritorsione nei confronti dei pentastellati. In quella circostazna, Giarrusso aveva fatto il segno delle manette proprio nei confronti degli esponenti del Partito Democratico: era di poche ore prima, infatti, la notizia degli arresti domiciliari per i genitori di Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli.
Il gesto di Giarrusso è stato stigmatizzato sia dalle forze dell’opposizione, sia da quelle della maggioranza. Per questo è cuirioso come il Partito Democratico utilizzi di nuovo quell’immagine per commentare la vicenda dell’arresto di Marcello De Vito. Sia Anna Ascani, sia Luciano Nobili, sia Luigi Marattin infatti, hanno scritto dei post sui loro social network riproponendo l’immagine di Giarrusso che faceva il gesto delle manette.
I tweet di Ascani, Nobili e Marattin
Marcello De Vito, presidente 5stelle del Campidoglio, è stato arrestato per presunta corruzione. Il partito del buffone #Giarrusso ora chieda scusa agli italiani per anni di giustizialismo manettaro, faccia mea culpa e impari il garantismo. Tutti innocenti fino a prova contraria. pic.twitter.com/fG3Y4rooh9
— Anna Ascani (@AnnaAscani) 20 marzo 2019
Oggi mi è venuta voglia di ricordare quel pessimo gesto. Per ricordarmi di quanto siamo diversi da questi cialtroni. Ogni persona è innocente fino a condanna definitiva. pic.twitter.com/7d7RBbrPtd
— Luigi Marattin (@marattin) 20 marzo 2019
I tweet dei singoli parlamentari del Partito Democratico, poi, sono stati retwittati dallo stesso account social ufficiale dei dem, legittimando in qualche modo questo tipo di strategia comunicativa.