MANDZUKIC-PERISIC, I FRATELLI SUL TETTO – L’editoriale di Alfredo Pedullà
12/07/2018 di Alfredo Pedullà
Fratelli croati, la mano sul cuore e la finale in tasca. La sfida alla Francia, domenica pomeriggio, per salire sul tetto del mondo. Da lassù potrebbero guardare tutti con l’orgoglio di chi ha un sogno da non frantumare. In fondo, sono fratelli davvero: in serie A sono di casa, per quello che è sempre stato un filo diretto Italia-Croazia. Da quelle parti peschi bene, il mercato ti aiuta. E il mercato ripartirà per qualcuno di loro quando le bocce saranno ferme e – magari – la festa durerà ogni notte fino all’alba per un mese di fila. L’Inter aspetta Vrsaljko, la Fiorentina ha prenotato da oltre un mese Pjaca, qualche altra trama si svilupperà. Perché noi da loro acquistiamo bene e magari rivendiamo meglio: ultimo esempio Coric che la Roma vuole coccolare come di solito si fa con chi ha enorme talento e assoluto bisogno di una guida tattica.
Poi ci sono quelli che dalle nostre parti hanno messo le tende. E stanno benone a patto – questa è una condizione imprescindibile – di avere il posto fisso. Che non è la necessità di arrivare bene a fine mese per riscuotere il bonifico, ma soprattutto il desiderio folle di non mettere in discussione una maglia da titolare. Mario Mandzukic e Ivan Perisic sono il succo naturale del suddetto discorso. Soprattutto Mario che quando sta in panchina tiene un muso lungo dieci chilometri e che quando esce un quarto d’ora prima chiede all’allenatore di riferimento “ma perché?”. Mandzukic ha dimostrato di essere in grande spolvero, come gli accade spesso alla Juve. Lui ha una virtù: vorrebbe fare il centravanti, ma spesso si trova ad agire da esterno con mansioni di eventuale copertura sul terzino avversario che spinge. Mai si è ribellato, sempre ha eseguito, però non pestategli i piedi e non ditegli che è il cambio di qualcuno.
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Ivan Perisic, quello visto nella semifinale contro l’Inghilterra, è spettacolo purissimo. Quando è ispirato e concentrato, dà la paga a tutti. Il pareggio con una mossa da ballerina quasi in spaccata rappresenta la sintesi perfetta del suo istinto misto a tecnica e follia. Quella magia gli ha messo le ali, si è travestito da trascinatore, ogni occasione fiutata era un inno alla bellezza, alla potenza, con la velocità di chi sembra essere in sella a una moto di grossa cilindrata. Questo Perisic l’Inter vorrebbe goderselo sempre, gli darebbe la patente da trascinatore e non esisterebbe la minima possibilità di metterlo sul mercato. Perisic ha bisogno della spinta per inserire il turbo, anche una spintarella per andare in settima. Se giocasse cinque partite di fila come quella contro la Francia, non ci sarebbe prezzo: domani si presenterebbe il Real e staccherebbe un assegno in tripla cifra.
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