Malta, la testimonianza degli italiani sull’emergenza coronavirus

01/03/2020 di Redazione

Da Malta è intervenuta Irene Chias, che vive sull’isola dall’aprile 2019. «A Malta la situazione è in divenire, si ha sempre l’impressione che il governo si adegui al progredire del virus, senza mai anticiparlo. Attualmente i casi sono 21 e sono definiti come casi importati. Il primo caso era stato riscontrato su una ragazzina di 12 anni, di rientro dal nord Italia. In un primo momento, sono state prese delle misure irrilevanti, con divieti di assembramento al chiuso (per più di 700 persone) e all’aperto (per più di 2000). Francamente, non sembrano numeri che possono prevenire un’epidemia. Tra il 9 e il 10 marzo, dopo il discorso del premier italiano Conte, a Malta si sono vietati gli arrivi degli italiani. Poi le misure si sono irrigidite e si sono estese anche verso altri Paesi d’Europa, con quarantena obbligatoria per tutte le persone provenienti da questi Stati. Tuttavia, i controlli non sono semplicissimi. E questo crea diversi grattacapi: il Corriere di Malta ha lanciato una petizione per chiedere un lockdown, ma il premier maltese ha detto che un eventuale lockdown sarebbe peggiore di una epidemia».

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