Di Maio grida al complotto sul condono, la Lega lo scarica: non hanno letto il testo

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Il Carroccio non segue il leader M5S nella sua denuncia della «manina»

«Noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati, stiamo lavorando giorno e notte sulla riduzione delle tasse, sulla legge Fornero e sulla chiusura delle liti fra cittadini ed Equitalia». È bastata la breve nota della Lega diramata dopo l’allarme lanciato da Luigi Di Maio sul decreto fiscale per capire quanto siano distanti gli alleati di governo su manovra e condono, che pian piano ha allargato le sue maglie e ora riguarda anche Iva e capitali in arrivo dall’estero.



Di Maio grida al complotto sul condono, la Lega risponde: hanno fatto un po’ di casino

Mentre il leader M5S nel pomeriggio a Porta a Porta gridava al complotto parlando di una «manina» tecnica o politica che avrebbe cambiato il testo (il vicepremier è stato poi smentito dal Quirinale, che ha precisato di non aver ancora ricevuto il decreto), il Carroccio lo scaricava, non sposava la sua battaglia, e anzi puntava il dito contro i pentastellati. Come evidenzia oggi il quotidiano Repubblica (articolo di Goffredo De Marchis) gli esponenti della Lega accusano quelli del Movimento 5 Stelle di non saper leggere i testi e di aver creato una polemica per nascondere i problemi con la loro base, che non accetta le piccoli o grandi sanatorie. E non accetta soprattutto un condonino diventato mega sanatoria. «Quando hanno visto che il loro elettorato non prendeva bene la norma hanno pensato di fare un po’ di casino», sono parole del sottosegretario leghista all’Economia Massimo Bitonci riportate da Repubblica.

Il Corriere della Sera (articolo di Monica Guerzoni) racconta di un clima di sospetti e sfiducia tra i due partiti, dell’irritazione del sottosegretario Giancarlo Giorgetti per le uscite del M5S, di una Lega che non gradisce per nulla i tentativi degli alleati di far passare Matteo Salvini e il Carroccio come garanti degli evasori. «Tra i due partiti c’è un clima di grande sospettosità e sfiducia assoluta, Conte dovrà metterci una pezza anche stavolta», sono parole di un collaboratore del presidente del Consiglio.



Conte: venerdì torno a Roma e si chiude

E sarà proprio l’intervento del premier ad essere decisivo. «Venerdì torno a Roma e si chiude», ha affermato giovedì mattina Giuseppe Conte rispondendo ai cronisti che lo attendevano in albergo sul caso del testo decreto fiscale. «Abbiamo approvato un testo in Cdm, quello deve essere», ha spiegato il capo del governo ribadendo che, al suo ritorno dal Consiglio europeo e dal vertice Asem, «visionerà articolo per articolo» il decreto.

(Foto di copertina da archivio Ansa: i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio durante il giuramento del governo Conte al Quirinale, il primo giugno 2018. Credit immagine: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)