«Il M5S non la userà mai»: i vecchi tweet di Di Maio (e non solo) contro l’immunità
19/02/2019 di Redazione
No all’immunità parlamentare, senza se e senza ma. Sì all’immunità parlamentare, se giustificata da un interesse nazionale e della collegialità della decisione del governo. A testimoniare, forse meglio di ogni altra ricostruzione, il recente cambio di passo del Movimento 5 Stelle, che ieri ha bocciato con voto online la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, sono i vecchi messaggi pubblicati online dal capo politico Luigi Di Maio ed altri esponenti di vertice.
L’immunità parlamentare va abolita. È un privilegio. http://t.co/wlujc56KpH
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) 24 giugno 2014
I messaggi di Di Maio per condannare l’immunità parlamentare
«L’immunità parlamentare va abolita», scriveva su Twitter l’attuale vicepremier nel 2014, quando il M5S si opponeva al neonato governo Renzi. Di Maio lo ripeteva spesso anche durante la campagna referendaria del 2016. «Quando si entra in aula di tribunale c’è scritto ‘la legge è uguale per tutti’. Ma i parlamentari si salvano con l’immunità che Renzi darà ai senatori», affermata in un altro tweet. E ancora, a scanso di equivoci: «Il cambiamento che vogliamo: no all’immunità e basta voltagabbana in Parlamento», «Posso inventarsi di tutto ma con la riforma costituzionale toglieranno un altro diritto e daranno l’immunità parlamentare a sindaci e consiglieri». Una posizione che è espressa anche su specifiche vicende giudiziarie. «Il Pd con l’immunità salva dalla galera senatori come Azzolini. Il M5S non la userà mai», scriveva ancora Di Maio a maggio 2016 chiedendo un confronto pubblico a Matteo Renzi.
Ma anche gli altri esponenti del Movimento seguivano la linea. L’attuale ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, nel 2015, criticava il ministro della Giustizia Andrea Orlando per non aver votato per l’abolizione dell’immunità parlamentare come chiesto dai pentastellati. Negli stessi mesi si chiedeva: «Chi scommette con me che gli impresentabili di Pd, Fi e Lega, una volta eletti, verranno nominati senatori e si prenderanno l’immunità?». Un dubbio rimasto anche ad un paio di mesi dalla Politiche del 2018: «Maroni non si ricandida per la regione. Ma come mai? Forse perché gli serve l’immunità parlamentare che lo salvi dai suoi processi?». Alessandro Di Battista, invece, sempre durante la campagna del referendum costituzionale 2016: «Ricordo che se passassero le riforme Renzi-Boschi-Verdini uno come De Luca potrebbe diventare senatore e avrebbe l’immunità». Trattamento diverso per Salvini.
(Foto di copertina da archivio Ansa e screenshot dall’account Twitter di Luigi Di Maio)