Di Maio dice che i risultati ottenuti dal governo sono frutto di «capacità personali». E attacca Di Battista

C’è un riferimento neanche troppo velato ad Alessandro Di Battista, nel lungo post che Luigi Di Maio scrive di domenica mattina. Il leader del Movimento 5 Stelle chiede, senza mai nominare il collega, di non destabilizzare il partito, in questa fase cruciale sia per il governo sia per il rapporto dell’Italia con l’Europa. Il passaggio su Di Battista sta tutto in queste parole: «Non mi interessa se in buona fede o in mala fede, ma se qualcuno in questa fase destabilizza il MoVimento con dichiarazioni, eventi, libri, destabilizza anche la capacità del Movimento di orientare le scelte di Governo. Qui stiamo lavorando per il Paese, e questo non lo posso permettere. Abbiamo tutti una grande responsabilità. Sentiamola».

Luigi Di Maio attacca Di Battista

Il riferimento ai libri è l’indicatore-spia che Di Maio stia parlando di Di Battista, dal momento che l’attivista pentastellato è uscito in libreria la scorsa settimana con un volume all’interno del quale si diceva che i deputati e i senatori si sono trasformati in burocrati rinchiusi nei ministeri. Se il riferimento a Di Battista risulta essere corretto, dunque, Luigi Di Maio afferma anche che questo comportamento di destabilizzazione è da irresponsabili.

Nel lungo post non arriva a questa conclusione prima di elencare tutti i risultati positivi che, a suo modo di vedere, ha ottenuto il Movimento 5 Stelle nella sua azione di governo. Di Maio mette due cose alla base di questi risultati ottenuti: «La forza di contrattare a quei tavoli proviene fondamentalmente da due fattori: capacità personali e compattezza della forza politica che rappresenti».

Luigi Di Maio e le capacità personali per i risultati di governo

Di Maio, pertanto, rivendica il suo ruolo di leader politico e si attribuisce – le famose capacità personali – tutta la responsabilità delle scelte fatte dal Movimento 5 Stelle al governo con la Lega. Snobba quasi, pertanto, l’uscita dal gruppo dei senatori pentastellati di Paola Nugnes, che passerà al gruppo misto. «Abbiamo numeri saldi – dice Di Maio -, rinforzati dal seggio del MoVimento in Sicilia mai assegnatoci e dal seggio della Lega in Emilia Romagna a seguito della vittoria di un ricorso».

L’attacco alle forze che vogliono destabilizzare il Movimento (si legga Di Battista) e la sua centralità nei processi decisionali del partito (le capacità personali) rappresentano una visione inedita di Luigi Di Maio. Che, dopo aver richiamato al bagno d’umiltà dopo la votazione su Rousseau che lo ha riconfermato capo politico, adesso si erige a nuovo statista.

FOTO: ANSA/UFFICIO STAMPA RADIORAI

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