La storia di Luca Parmitano che sapeva del Coronavirus fin da novembre (smentita dallo stesso astronauta)
26/05/2020 di Enzo Boldi
Questa volta non si può parlare di una bufala, ma la prima versione raccontata da Luca Parmitano ha messo in movimento i pruriti dei complottisti. Ora, però, è stato lo stesso astronauta italiano dell’Esa a spiegare i motivi dietro a quel suo errore nel calendario. Il 43enne di Paternò era in missione all’interno della Stazione Spaziale Internazionale quando nel mondo è scoppiata la pandemia da Coronavirus. In una recente intervista, però, aveva detto di essere a conoscenza del Covid fin dal mese di novembre. Una data che anticipa, di gran lunga, tutte le informazioni ufficiale arrivate sul virus.
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Ora, però lo stesso Luca Parmitano – attraverso un post pubblicato sui propri canali social – ha ricostruito la vicenda spiegando di aver sbagliato a calendarizzare le date in cui – mentre era in missione con i suoi colleghi astronauti dell’Esa – era venuto a conoscenza della Pandemia.
Luca Parmitano e il Coronavirus a novembre
«Errare è umano, e mi spiace molto vedere che in questo caso il mio lapsus sia stato strumentalizzato. L’errore è dovuto a vari fattori, e qui di seguito ne riporto alcuni». L’astronauta, dunque, chiede scusa per quella sua dichiarazione che, poi, è stata prontamente strumentalizzata. Ed ecco i motivi che lo hanno spinto a commettere quello che Luca Parmitano stesso definisce un lapsus.
1) a bordo della ISS non utilizziamo il calendario, ma il Coordinated Universal Time (UTC). L’anno inizia con il giorno 1 e finisce con il giorno 365, e gli eventi vengono eseguiti in base a questa pianificazione. Di conseguenza è possibile confondere un mese con un altro poichè non vi facciamo mai riferimento, ma utilizziamo il giorno UTC;
2) ricordo che, intorno alla fine della missione, parlavamo con l’equipaggio di varie crisi in corso sulla Terra. Nel ripensare agli eventi intorno a quel periodo, ho fatto confusione tra le diverse conversazioni, e nel ricordare gli eventi ho collegato le prime notizie di contagio a un contesto temporale precedente. A bordo, abbiamo appreso del contagio insieme al resto del mondo, quando le agenzie giornalistiche e le grandi testate televisive hanno iniziato a parlarne;
3) tutto questo è facilmente verificabile: le comunicazioni Terra – bordo – Terra sono soggette al Freedom Of Information Act, una legge che impone totale trasparenza e che tutte le comunicazioni siano registrate. Non è possibile ricevere informazioni riservate.
Fine della storia
Luca Parmitano chiede scusa e si assume le responsabilità. Ma nel farlo ricorda come il fatto che nessuno fosse a conoscenza del virus a novembre è testimoniato dalle due procedure di rientro differenti delle missioni 61 e 62: nella prima non fu seguito alcun protocollo (essendo ignari di un’emergenza sanitaria), nel secondo gli astronauti furono isolati in quarantena.
(foto di copertina: da Che Fuori Tempo Che Fa, Rai 3)