La leghista Locatelli invita il popolo a «insorgere» contro il governo M5S-PD

27/08/2019 di Enzo Boldi

‘Locatelli fa le cose per bene’, diceva un vecchio claim pubblicitario. Il ministro Alessandra Locatelli, invece, usa termini forti ed evitabili per commentare la probabile alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico che metterebbe fuori gioco (e all’opposizione) la sua Lega. Durante un evento a Palermo, infatti, l’ormai ex capo del dicastero della Famiglia ha fatto un auspico in caso di governo giallorosso: l’insurrezione popolare.

Si potevano usare moltissime forme verbali, come per esempio «protestare». E, invece, Alessandra Locatelli ha voluto richiamare ai moti di piazza che rientrano sotto il verbo «insorgere». Una scelta lessicale completamente sbagliata: «Nell’eventualità che la Lega vada all’opposizione e si formi un nuovo governo Pd-M5s, ci auguriamo il popolo insorga il prima possibile. Noi saremo tra i primi a scendere in piazza».

Locatelli e il popolo che deve insorgere

E la storia, anche quella italiana, è piena di insurrezioni sfociate nelle violenza. Per questo motivo la scelta di usare quel verbo nel suo richiamo al popolo sembra essere la meno azzeccata nell’ampio novero di termini utilizzabili in questo contesto. Il tutto, poi, condito da una verità che è palese agli occhi di tutti anche se molti, negli ultimi giorni, stanno provando a negarla: la crisi e la fine di questo governo e alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle è stata voluta proprio dal Carroccio. In sintesi: è Matteo Salvini ad aver spinto i pentastellati tra le braccia del Pd.

Il tavolo aperto di Salvini

Ma nonostante questo, anche al di là dei toni e dei termini sbagliati, Alessandra Locatelli – che da poco era diventata ministro dopo la ‘promozione’ di Lorenzo Fontana agli Affari Europei – nega l’evidenza: «Salvini ha lasciato aperto un tavolo al quale ci si può sedere per il bene dell’Italia e per evitare che il Paese vada ancora nelle mani di Renzi e del Pd, che per anni ci hanno vessato e tartassato».

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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