Lo strano caso della guardia svizzera morta per il suo amore gay

03/11/2011 di Dario Ferri

Cedric Tornay, Gladis Romero e Alois Estermann: l’omicidio più misterioso del Vaticano torna d’attualità. E anche il relativo complottismo

Riecheggia il dossier del caso Cedric Tornay, la giovane guardia svizzera accusata di aver ucciso nel 1998 il comandante del Corpo, Alois Estermann e la moglie Gladis Romero, prima di togliersi la vita. In un’intervista alla televisione svizzera l’avvocato della madre del ragazzo, Luc Brossollet, ha rivelato di aver scritto una “lettera aperta” al Papa Benedetto XVI per chiedere dei documenti sul dossier e definendo l’inchiesta “fatta alla bell’e meglio”.

RICHIESTA RESPINTA – Brossolet aveva gia’ chiesto i documenti a Papa Giovanni Paolo II nel 2002 su richiesta sempre della madre di Cedric, Muguette Baudat, ma senza successo dal momento che il Vaticano “non aveva mai risposto” ha detto l’avvocato secondo cui la ricostruzione della morte di Cedric sarebbe “falsa, decisamente falsa”. La decisione di rinviare la lettera a Benedetto XVI, ha spiegato l’avvocato, sarebbe dovuta al fatto che ora la Santa Sede avrebbe scelto una via di comunicazione piu’ aperta sui dossier scottanti, quali a esempio quello della pedofilia: “La politica espressa dal Santo Padre e’ cambiata – ha detto Brossolet ed e’ la ragione per la quale abbiamo pensato che sia giunto il momento”.

LA STORIA DI TORNAY – I corpi di Estermann, Tornay e della Romero vennero trovati privi di vita il 4 maggio del 1998. Le prime indagini parlarono di omicidio e suicidio: Cedric, impazzito, è entrato nella stanza del suo comandante Alois e ha sparato a lui e alla moglie. Subito dopo si è tolto la vita. I rapporti tra i due non erano buoni, tanto che Tornay era uno dei pochi che non aveva ricevuto la medaglia di benemerenza. “Mal sopportava la disciplina”, secondo quanto si diceva all’epoca.

MAMMA MUGUETTE
– La madre di Cedric, Muguette, arriva a Roma per tumulare il figlio; decide di cremarlo ma poi ci ripensa. Il Vaticano le consegna una lettera d’addio, ritrovata insieme a 24 mozziconi di spinelli, ma lei rivela due incongruenze: la scelta di chiamarla con il nome da sposata e la non-corrispondenza tra alcune date. Lei la giudica falsa. Intanto però c’è una voce che si muove direttamente dal Vaticano (o meglio: dai suoi dintorni) che afferma che Estermann e Tornay fossero in realtà amanti: e proprio questa sarebbe la causa della morte del comandante.

LA STORIA DEL GAY – La storia dell’amore gay ha una grandissima eco e risonanza, molti dicono di essere in grado di fornire indizi o prove della sua esistenza. Muguette fa però sapere che non le risulta che il figlio fosse omosessuale, e questo dovrebbe mettere a tacere le voci. Che invece continuano, si intrecciano e cominciano ad assumere contorni sempre più strani: si parla di una ciste al cervello che giustificherebbe la follia di Tornay. Intanto però una seconda autopsia mette in discussione i risultati della prima:

Innanzitutto non c’è alcuna traccia della ciste al cervello che giustificherebbe il raptus di follia, poi è stata scoperta una frattura alla base del cranio, precisamente nella regione occipitale sinistra, che sarebbe in grado di indicare che il vice-caporale potrebbe aver ricevuto un colpo sopra l’orecchio sinistro. Tale ferita ha sicuramente provocato un’emorragia al giovane, poiché è stato ritrovato sangue e muco nei polmoni di Cédric. Un’altra scoperta ribalta la tesi che il caporale si sia ucciso con la sua pistola, una calibro nove, poiché il nuovo esame autoptico ha stabilito che a uccidere il giovane era stato un proiettile da sette millimetri. Infine, rimane inspiegabile la rottura, rilevata nell’autopsia, degli incisivi del ragazzo, che proverebbe che un’arma gli è stata introdotta a forza nella bocca.

Esiste un altro dettaglio di non poco conto riferito dai legali della mamma di Cédric Tornay: il cellulare del figlio. Ebbene questo è stato restituito alla signora Baudat disabilitato. Perché? Sono state fatte delle ricerche sui tabulati telefonici per appurare se quel cellulare ha ricevuto o fatto telefonate? Se sì, perché non sono stati resi pubblici i risultati?

Infine c’è la misteriosa presenza di un certo “diacono Yvon Bertorello”, un uomo che la signora Baudat ha incontrato il 6 maggio, due giorni dopo il delitto, in Vaticano. Tale misterioso personaggio avrebbe detto alla signora Baudat ch’egli sapeva che suo figlio era innocente e che ne aveva la prova. La signora ha incontrato solo un’altra volta questo diacono, in Svizzera, e anche questa volta, pur non fornendole, riferì alla signora di avere le prove dell’innocenza di Cédric Tornay.

Il particolare della rottura degli incisivi è rimasto nell’immaginario per molto tempo. Il resto può essere facilmente spiegato come l’azione di millantatori. Nel frattempo però è Estermann che finisce sotto i riflettori.

SPIA DELLA STASI – Alcuni giornali tedeschi raccontano che Estermann potrebbe essere una spia della Stasi, ovvero la persona che ha consegnato, tra 1981 e 1984, sette dossier riguardanti il Vaticano al servizio segreto della Germania dell’Est. Tutto smentito in un’intervista a Repubblica qualche giorno dopo da Markus “Misha” Wolff, capo della polizia all’epoca. I tre ufficiali di controllo della Stasi non confermano né smentiscono. Estermann, si dice, aveva una cassaforta in camera, trovata vuota, nella quale custodiva un paio di dossier importanti. Uno sull’attentato a Giovanni Paolo II e uno su Emanuela Orlandi. Un particolare curioso: Raoul Bonarelli, indagato per falsa testimonianza dopo essere stato interrogato dal magistrato Adele Rando nell’ambito del processo sulla scomparsa della cittadina vaticana a carico di tre turchi poi scagionati – e additati come ricattatori e millantatori – per una telefonata intercettata con un suo superiore nel quale si accordavano sul dire il meno possibile alla giustizia italiana, prese il posto di Estermann dopo la morte di quest’ultimo.

INTANTO – Anche la pubblicistica si dedica al caso:

Secondo quando riportato in un libro- inchiesta “Delitto in Vaticano” l’autore, Fabio Croce, ricostruisce fatti, premesse e contorni legati alla strage. secondo la sua opinione il delitto è stato compiuto in modo da creare una messa in scena: son sarebbe Cedri l’assassino degli altri due, ma si tratterebbe di un triplice omicidio ad opera di un sicario inviato da stanze segrete del Vaticano e l’obiettivo sarebbe stato proprio il neo -comandante Esterman che sembra sapesse troppo di traffici illeciti, di documenti segreti,di spie e di massoni.

In un altro libro che si dedica al caso, quello firmato dai “Discepoli di verità” – un gruppo di sedicenti prelati che voleva fare luce sugli scandali della Chiesa, si adombra un’altra bislacca teoria:

Il libro sostiene che all’interno delle mura leonine esisteva, e probabilmente esiste ancora, una guerra intestina tra le due fazioni che si contendono il potere del Vaticano: quella legata all’Opus Dei e quella massonica (la cosiddetta “Loggia vaticana”). La nomina di Estermann a comandante della milizia del papa, sarebbe stata contrastata dalla “Loggia vaticana”, poiché il nuovo capo della Guardia Svizzera sarebbe stato legato alla fazione dell’Opus Dei. Ovviamente il vice-caporale Cédric Tornay divenne solo la copertura all’esecuzione.

Dall’amore gay alle spie della Stasi, fino alla guerra dell’Opus Dei. Ora, secondo l’avvocato della madre, si dovrebbe puntare alla voglia di verità di Ratzinger. Per poi magari scoprire che alla fine di segreto da svelare non ce n’è più nessuno.

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