Tutti a prendersela con Rete 4, ma la lite Contri-Scanzi sul Covid è andata in onda a Cartabianca

Momento di tensione durante la trasmissione di Bianca Berlinguer, con Contri che abbandona lo studio

15/12/2021 di Gianmichele Laino

Spazio in tv, visibilità immediata. Lite in tv, visibilità al quadrato, perché poi l’alterco occuperà le colonne di destra dei principali quotidiani online a livello nazionale. E così vengono fuori, in maniera ancora più decisa e risoluta, le posizioni di Alberto Contri, che ha sollevato dubbi sulla vaccinazione dei giovanissimi in un momento in cui le istituzioni e la comunità scientifica ci stanno informando della necessità di immunizzare anche i ragazzi in età scolare. Contri, che lavora da sempre nel settore della comunicazione, si è confrontato con Antonio Capranica – ex inviato della Rai da Londra – e con il giornalista del Fatto Quotidiano Andrea Scanzi. I toni della lite Contri-Scanzi sono andati ben oltre le righe.

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Lite Contri-Scanzi a Cartabianca e i toni che si alzano nei talk-show quando si parla di vaccini

Contri stava alimentando le sue argomentazioni facendo un paragone tra le morti per Covid e le morti a causa del fumo. Andrea Scanzi gli ha fatto notare che il fumo non è contagioso. Da quel momento in poi, è stato un crescendo di insulti reciproci e di attacchi incrociati. Alberto Contri ha lasciato lo studio, nonostante le indicazioni di Bianca Berlinguer che gli stava facendo notare come l’uscita, in realtà, fosse dall’altra parte rispetto alla direzione imboccata da Contri.

Un cliché, insomma, quello dell’abbandono del dibattito televisivo dopo che quest’ultimo era degenerato in lite. Uno spettacolo a cui si assiste spesso e che, in più circostanze, ha rappresentato il punto di partenza per ampie e articolate critiche relative ad alcune trasmissioni televisive del cosiddetto “approfondimento e intrattenimento”. Pensate, ad esempio, ai programmi di Rete 4 – Fuori dal Coro di Mario Giordano, su tutti – che sono perennemente nell’occhio del ciclone della critica per l’eccessivo spazio televisivo concesso ai no-vax. Cosa succede, però, se queste scene avvengono sul servizio pubblico? Per quanto tempo ancora dovremmo continuare a vederle?

Soprattutto, la riflessione è sulla credibilità che un momento di televisione del genere (dove ci si offende con parole come “cercopiteco” o “cretino” e dove si minacciano querele in diretta) possa avere agli occhi del pubblico dei telespettatori. Che, inevitabilmente, avranno una idea sempre più distorta del mondo dell’informazione, rifugiandosi in false certezze che – grazie anche a questi episodi – si autoalimentano.

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