Da Augias a Oliver Stone, c’è una nuova lista di attori della disinformazione (presentata dal Pd)

Il report, curato da Fidu e Open Dialogue, è stato presentato a Montecitorio

29/06/2022 di Gianmichele Laino

Dopo il caso del Corriere della Sera che ha pubblicato una lista di nomi che sarebbe stata attenzionata dai servizi segreti a causa di presunta propaganda filo-russa in televisione (sul documento, tra l’altro, il sottosegretario Franco Gabrielli ha chiesto che venisse tolto il segreto per renderlo di più immediata comprensione), c’è anche un’altra lista di nomi di giornalisti e uomini di cultura, frutto di una analisi esterna (non, dunque, qualcosa di inerente alla sicurezza nazionale), ma comunque presentata – da Partito Democratico e +Europa – in una conferenza a Montecitorio. A fare da cappello a questa lista di nomi è il titolo Disinformazione sul conflitto russo-ucrainoscelto da FIDU e Open Dialogue per il proprio lavoro di ricerca. Nei nomi evidenziati compaiono, tra gli altri, il giornalista Corrado Augias, il giornalista Sigfrido Ranucci, la giornalista Eva Giovannini, il regista Oliver Stone. Ma sono tanti altri i volti Rai che sono stati chiamati in causa, così come vengono citati anche Alessandro Orsini (presente anche nella lista pubblicata dal Corriere della Sera), Donatella di Cesare, Tony Capuozzo.

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Lista giornalisti e uomini di cultura presente in una nuova analisi sulla disinformazione in Ucraina

Nel report vengono citati diversi casi rappresentativi «per mostrare come il problema della penetrazione di una narrazione filo-Cremlino sia di lunga durata». Si analizzano, dunque, interventi di giornalisti e uomini di cultura sia precedenti all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, sia successivi all’evento bellico. I contenuti sono focalizzati soprattutto sul lavoro della Rai, ma «per mostrare che la disinformazione e un’informazione di bassa qualità sono problemi diffusi che la RAI dovrebbe contrastare e non riproporre, abbiamo inserito alcune interviste e interventi trasmessi sui canali La7 e Mediaset, oltre ad articoli di giornale, i cui contenuti presentano tesi avulse dai fatti».

I nomi che vengono citati sono quelli di Sara Reginella, Alessandro Cassieri, Marc Innaro, Corrado Augias, Alessandro Orsini, Sigfrido Ranucci, Manuele Bonaccorsi Nadana Fridrikhson, Gian Micalessin, Donatella di Cesare, Eva Giovannini, Giorgia Rombolà, Toni Capuozzo, Franco Cardini e, appunto, Oliver Stone (per il suo documentario-intervista su Putin, pubblicato nel 2017).

Gli inviati della Rai vengono ripresi perché le notizie diffuse dalle sedi di corrispondenza di Mosca prendono in considerazione un punto di vista locale, a Corrado Augias viene contestato un intervento sulla russicità di Putin, a Sigfrido Ranucci viene rimproverato di aver intervistato Aiden Aslin, cittadino britannico che ha prestato servizio nell’esercito ucraino, con le manette ai polsi, assecondando così il punto di vista di Mosca. L’intera opera di Oliver Stone viene contestata. Alcuni dei diretti interessati, si sono espressi in proposito, rispedendo al mittente le accuse di essere attori della disinformazione sul conflitto russo-ucraino.

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