Una prostituta? Puoi trovarla subito… su Linkedin
26/08/2013 di Edoardo Di Gennaro
Quando vi loggate sul social network per professionisti, potete imbattervi nel profili di Emma, la escort e accompagnatrice di Londra o di Matt, che offre “sensuali massaggi erotici per omosessuali” a New York, ma c’è anche Charlotte, la transessuale di origine latina che visita i clienti in tutto il mondo. Non si tratta di Badoo, ma di Linkedln, il più grande social network per professionisti. Tra i 238 milioni di avvocati, giornalisti, consultenti, grafici e molte altre figure professionali, ci sono centinaia di persone che come Emma, Matt e Charlotte usano il social network per la loro attività a luci rosse e migliaia di professionisti che grazie al social network possono incontrare Emma, Matt e Charlotte durante i loro viaggi d’affari. Secondo quanto riportato dal Telegraph, LinkedIn vorrebbe distruggere il neonato habitat naturale online nel quale da sempre professionisti e prostitute convivono pacificamente nel mondo reale
IL PROVVEDIMENTO FALLIMENTARE DI LINKEDIN – Sapere il numero esatto dei lavoratori del mondo del sesso presenti sul social network è quasi impossibile, specialmente da quando LinkedIn ha espressamente dichiarato di voler bannare tutte le prostitute e le escort: “Anche se la prostituzione è legale nei paesi d’origine degli utenti, questi non possono creare profili per promuovere la loro attività”, ha dichiarato l’azienda in un aggiornamento delle condizioni d’uso. Sembra però che questa mossa abbia avuto uno scarso impatto a livello pratico, infatti cercando la parola “escorts” all’interno di Linkedln appaiono più di 19.000 risultati e nonostante gran parte di questi non abbiano nulla a che fare con il mondo della prostituzione, vi sono ancora agenzie e privati che offrono “massaggi a nudo” o “intrattenimenti per adulti”. Da settembre inoltre anche i 13 enni potranno creare il proprio profilo sul social network, abbattendo il precedente limite di età di 18 anni. Questo mette ancora più in difficoltà i gestori di LinkedIn, che sostengono: “Nel momento in cui dovessimo riscontrare attività sul nostro sito che possano essere in violazione della licenza d’uso, prenderemo provvedimenti appropriati”. Ciònonostante le agenzie di escort presenti sul sito non intendono mollare, anche perchè il social network è essenziale per mandare avanti il loro modello di business.
L’IMPORTANZA DEI SOCIAL NETWORK – Una delle agenzie per escort di alto bordo è soSecret London: il suo proprietario, che ha chiesto di rimanere anonimo e ha detto che il servizio non servirebbe ad altro che mettere in contatto escort e cliente, senza che ci siano elementi sessuali, sostiene che LinkedIn è utilissimo per il SEO, che consente a posizionare in cima alle ricerche i nomi delle aziende su Google: “Il peso dei social network per quanto riguarda il SEO è aumentato”, ha detto, aggiungendo anche che ora l’azienda è su Facebook, Twitter e Google plus:”La maggior parte di queste pagine serve per farsi pubblicità, tuttavia abbiamo avuto molte richieste da LinkedIn e abbiamo potuto constatare che la maggior parte del nostro traffico viene da lì”. L’uomo ha anche detto che la maggior parte dei clienti arrivati grazie a LinkedIn erano turisti e che non vi sarebbe nessun motivo per cui un’agenzia come la sua dovrebbe essere estromessa dal sito, anche perchè il “luogo dove i professionisti si incontrano” è un buon modo per filtrare le persone e le aziende e dimostrerebbe che si tratta di qualcosa di legale, che opera alla luce del giorno. Sheri’s Ranch è un’altra di queste agenzie che si trovano sul sito. Si trova in Nevada, Stati Uniti, dove la prostituzione è legale: i proprietari si sono infuriati quando hanno appreso che LinkedIn voleva rimuovere i profili dei lavoratori del mondo a luci rosse, ma sono rincuorati dal fatto che finora non è stato preso nessun provvedimento in questo senso nei loro confronti. Nel 2013 la maggior parte delle aziende traggono beneficio dalla loro presenza sui social network. Avere una pagina su Facebook, Twitter, Linkedin o un account su Youtube è ormai una condizione standard per qualsiasi azienda che voglia operare sul mercato, ha detto un portavoce di Sheri’s Ranch: “L’industria del porno non fa eccezione”. Nonostante in Nevada la prostituzione sia legale, i bordelli non sono in grado di farsi pubblicità sui media tradizionali e per questo motivo i social network diventano indispensabili per i lavoratori del sesso: “Il SEO è particolarmente importante per noi, il settore dell’intrattenimento per adulti è altamente competitivo e mantenere le posizioni chiave nei risultati di ricerca è di fondamentale importanza. Non posso entrare nei dettagli delle nostre strategie per il web, ma posso dire che abbiamo un team SEO che lavora a tempo pieno”
“CHI CI CRITICA OGGI SARA’ NOSTRO CLIENTE DOMANI” – Il portavoce del Ranch ha anche detto che le prostitute del bordello hanno le loro pagine personali attive su tutti i social network: ” A volte le donne sui social network subiscono critiche e molestie, ma possono rispondere in prima persona per aprire un dibattito sulla prostituzione legale. Le nostre ragazze sono particolarmente persuasive: chi ci critica oggi sarà nostro cliente domani.” Sheri’s Ranch ha dichiarato che non avrebbe lasciato il social network a meno di non essere bannato. I lavoratori del sesso sono preoccupati del loro profilo su LinkedIn come qualsiasi altro professionista, quindi è probabile che ci vorrà ben più di un cambiamento delle condizioni d’uso per impedire alle escort e alle agenzie di escort di stare sul social network – ma soprattutto nella vita reale – assieme ad avvocati, manager e uomini d’affari.