Travaglio dice che tentare un governo Pd-M5S non nuoce e chiede il «permesso» ai lettori
15/08/2019 di Gianmichele Laino
Si sa che il Fatto Quotidiano sia un giornale cresciuto fortemente in corrispondenza con l’ascesa del Movimento 5 Stelle. La maggior parte dei suoi lettori provengono da quell’area e cercano dall’organo di stampa quel taglio di notizie in linea con l’universo pentastellato. Per questo motivo sono rimasti spiazzati, negli ultimi giorni, dalla posizione di Marco Travaglio (che chiameremo Linea Travaglio) che sembra essere favorevole alla nascita di un governo Pd-M5S.
Linea Travaglio sul governo Pd-M5S
Il Partito Democratico è sempre stato un bersaglio per il Fatto Quotidiano, che ha sempre dato ampio risalto ai guai giudiziari che hanno investito i dem in passato e che, soprattutto nei confronti di Matteo Renzi, non è mai stato molto tenero. Tra il direttore del Fatto Quotidiano e il politico di Rignano ci sono stati anche diversi episodi di querele e di botte e risposte via social network.
Ora, però, Marco Travaglio sostiene che un governo nato per evitare le elezioni e con lo scopo di trovare punti in comune sul quale ragionare per i prossimi quattro anni sarebbe la soluzione per l’Italia. «Non sarebbe un ribaltone, non comportando tradimenti – scrive Travaglio nell’edizione ferragostana del suo giornale – e nessuno potrebbe contestarne nemmeno la moralità». Insomma, tutto benissimo, a patto che ci sia unità (il Pd non deve essere solo quello di Matteo Renzi, ma anche quello di Nicola Zingaretti) e che ci sia la benedizione – che del resto sembra essere quasi arrivata – del garante pentastellato Beppe Grillo.
Linea Travaglio, il sondaggio con il lettori del Fatto Quotidiano
Ma un cambiamento di linea così netto non può avere conseguenze. E così, forse per il timore che questa nuova posizione faccia perdere qualche copia in edicola al Fatto Quotidiano, Marco Travaglio ha chiesto ai lettori del giornale di rispondere a una semplice domanda. Capendo, così, se condividono questa linea. Il sondaggio è lanciato: «Voi, cari lettori, che cosa preferite: andare alle elezioni anticipate subito o che si tenti un governo Pd-M5S-LeU che duri almeno due anni?». Seguono una serie di pareri di firme illustri del Fatto, da Antonio Padellaro, passando per Peter Gomez: tutti o quasi (tranne Silvia Truzzi) propenderebbero per un nuovo esecutivo, ovviamente con sfumature diverse, ma vorrebbero evitare come la peste le elezioni anticipate. La linea editoriale messa ai voti come una qualsiasi votazione su Rousseau?