La Libia cerca la via per la pace: cessate il fuoco e elezioni a marzo
Ad annunciarlo sono presidente del governo e presidente del Parlamento
21/08/2020 di Ilaria Roncone
La splendida notizia è stata annunciata dal presidente del governo di accordo nazionale Fayez Al-Serraj e da quello del Parlamento di Tobruk, Aguila Saleh. L’intenzione è quella di cessare le ostilità «su tutto il territorio» riprendendo un processo politico che conduca a «nuove elezioni a marzo». Prevista la «smilitarizzazione» di Sirte e al-Jufra, dove sono impiegate le forze delle parti coinvolte nel conflitto. La missione dell’Onu in Libia si è dichiarata soddisfatta di questa «decisione coraggiosa».
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In Libia si punta a «ripristinare la piena sovranità»
«L’obiettivo finale del cessate il fuoco è ripristinare la piena sovranità sul suolo libico ed espellere le forze straniere e i mercenari», dichiara una nota di Serraj, che auspica anche la ripresa della produzione e dell’export petrolifero tramite la compagnia Noc. I proventi verranno equamente divisi in base a quanto stabilito dalla Conferenza di Berlino. Sempre il presidente del governo ha ordinato alle proprie forze si cessare le ostilità con effetto immediato rendendo noto che a Sirte e al-Jufra verranno impiegate le forze di polizia di entrambe le parti per garantire sicurezza.
La soddisfazione dell’Onu
Acting SRSG Williams warmly welcomes points of agreement in today’s declarations by PM Serraj and Speaker Aguila, calling for a ceasefire and the resumption of the political process https://t.co/E6UJPFsEfm pic.twitter.com/but5lKw3GX
— UNSMIL (@UNSMILibya) August 21, 2020
La missione dell’Onu in Libia, Unsmil, ha apprezzato l’iniziativa – definita «coraggiosa» -: «Accogliamo con favore le dichiarazioni del Consiglio di Presidenza e della Camera dei Rappresentanti sul cessate il fuoco e l’attivazione del processo politico». I proventi della questione petrolio verranno raccolti all’interno della Banca nazionale libica e vi si potrà accedere solo una volta raggiunta l’intesa tra le parti. Si aspettano dichiarazioni anche dal generale Khalifa Haftar, attualmente a capo dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) e rivale di Tripoli.