Un migrante è stato ucciso subito dopo essere stato riportato in Libia

21/09/2019 di Redazione

Era sbarcato da poco al porto di Abusitta a Tripoli quando la Guardia Costiera libica ha aperto il fuoco colpendolo allo stomaco. L’uomo, un migrante di origine sudanese, è morto un paio di ore dopo in ospedale. La denuncia arriva dal’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni , agenzia collegata alle Nazioni Unite.

La vittima faceva parte di un gruppo di oltre 100 persone riportate a riva al punto di sbarco di Abusitta: alcuni di loro avevano opposto resistenza al rimpatrio nei centri di detenzione libici e avevano tentato la fuga. I militari hanno sparato ad altezza d’uomo, con l’intenzione di colpire i fuggiaschi, ferendo a morte l’uomo.

Secondo l’Oim sono circa 5 mila i migranti detenuti in Libia, inclusi donne e bambini

L’organizzazione delle Nazioni Unite ha condannato l’accaduto e ha chiesto alle autorità libiche di indagare e consegnare i responsabili alla giustizia. «L’uso di proiettili contro civili, uomini, donne e bambini vulnerabili disarmati, è inaccettabile in ogni circostanza e genera allarmi sulla sicurezza dei migranti e del personale umanitario», ha commentato Leonard Doyle dell’Oim.

L’Oim ha detto di considerare l’episodio un severo promemoria delle gravi condizioni in cui si trovano i migranti raccolti dalla Guardia costiera libica dopo aver pagato trafficanti per essere portati in Europa; secondo una stima dello stesso Oim sarebbero circa 5 mila i migranti – inclusi donne e bambini – detenuti in Libia, dei quali oltre 3 mila si trovano nelle aree di conflitto tra le forze governative e quelle del maresciallo Khalifa Haftar.

Il rapporto del segretario generale delle Nazioni Unite e la denuncia di Mediterranea

L’episodio sembra inoltre confermare la denuncia del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che nei giorni scorsi aveva depositato un rapporto nel quale accusava le autorità libiche di vendere i migranti ai trafficanti dopo le catture in mare. Anche la Ong Mediterranea si unisce al coro di accuse: «I miliziani che il governo italiano e l’Unione Europea si ostinano a chiamare guardia costiera e a riempire di soldi per bloccare le persone che scappano da torture, violenze di ogni tipo e dalla guerra che insanguina la Libia, hanno aperto il fuoco contro persone disarmate».

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