Tommaso Z. ha scritto una pec, little Monti ha scritto a penna

Anche Boris Johnson si gioca la carta del bambino che scrive la letterina di Natale perché preoccupato per il coronavirus

25/11/2020 di Gianmichele Laino

Stessi toni della narrazione, ma – questa volta – mezzi di comunicazione diversi. Forse, quelli di Boris Johnson sono leggermente più tradizionali. Ma la sostanza non cambia. Il premier britannico ha condiviso sui suoi canali social la presunta letterina Monti (non l’ex presidente del Consiglio italiano, ma un bambino britannico di otto anni) che gli chiedeva lumi su come Babbo Natale avrebbe dovuto affrontare le restrizioni anti coronavirus che sono state varate nel Regno Unito.

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Letterina Monti a Boris Johnson, una specie di Tommaso Z.

«Caro signor Johnson, ho otto anni e mi sto chiedendo se lei e il governo abbiate pensato all’arrivo di Babbo Natale quest’anno. Se noi lasciamo un contenitore per gel sanificante, può venire? Se si lava le mani? Lo so che lei è particolarmente impegnato, ma mi chiedevo se lei e gli scienziati poteste parlare di questa cosa».

Letterina Monti, come il piccolo Tommaso lo aveva anticipato

La lettera del piccolo Monti è stata scritta a mano e utilizza delle parole molto meno forbite di quelle che, a suo tempo, il piccolo Tommaso Z. di 5 anni aveva scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. La risposta di Boris Johnson non si è fatta attendere e – nei toni – ricorda molto da vicino quella che è stata data dal presidente del Consiglio italiano al suo piccolo concittadino.

Non pensavamo di arrivare a questo punto: la narrazione di un’Italia che anticipa i tempi (ad esempio sulla gestione della pandemia nella prima ondata) si corrobora – siamo ironici, sia chiaro – con l’aver previsto la strategia comunicativa dei primi ministri per Natale, il modo di rivolgersi ai bambini.

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