La lettera di Santoro e Vauro a Mattarella: «Salvini ha tradito il giuramento sulla Costituzione»
21/06/2018 di Gianmichele Laino
Contro le continue e rabbiose affermazioni in stile campagna elettorale permanente di Matteo Salvini iniziano a manifestarsi le prime manifestazioni di dissenso. La lettera Santoro-Vauro al presidente della Repubblica Sergio Mattarella rientra senz’altro all’interno di quest’ultima fattispecie. Il giornalista Michele Santoro e il vignettista Vauro hanno indirizzato il proprio pensiero direttamente alla più alta carica dello Stato, una sorta di richiamo alla vigilanza su determinati atteggiamenti utilizzati dal ministro dell’Interno.
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Lettera Santoro-Vauro, i destinatari oltre a Mattarella
La lettera, indirizzata a Mattarella ma anche ai presidenti di Camera e Senato (Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati), al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alla Procura della Repubblica, all’Europarlamento di Strasburgo, al presidente della Corte di Giustizia UE e al presidente della Corte Europea dei diritti dell’uomo mette in luce la violazione del giuramento sulla costituzione da parte di Matteo Salvini, specialmente dopo le sue recenti dichiarazioni a proposito del censimento dei rom in Italia (e alla conseguente affermazione «i rom italiani purtroppo ce li dobbiamo tenere»).
«Non è oggettivamente accettabile – si legge nella missiva – che egli (Matteo Salvini, ndr) possa pronunciare frasi che assumono il tono di una minaccia anche nei confronti di un singolo individuo. Affermare che caccerà dal nostro Paese tutti i componenti di una etnia, segnatamente quella Rom, ma che ‘purtroppo quelli di cittadinanza italiana dobbiamo tenerceli’ espone una intera minoranza a rischi assai gravi e viola contemporaneamente interi capitoli della nostra Costituzione, la Legge che punisce chi incita all’odio razziale e la Carta dei diritti che è uno dei pilastri fondanti dell’Unione Europea».
Lettera Santoro-Vauro, la loro denuncia nei confronti di Salvini
Michele Santoro e Vauro ricordano anche i primi episodi di grave intolleranza che si stanno verificando in seguito alle affermazioni di Matteo Salvini (il riferimento, forse, è alla vicenda di cronaca di due migranti inseguiti e colpiti con pistole ad aria compressa al grido ‘Salvini, Salvini!’) e sottolinano come il comportamento di Salvini sia «contrario alla legge» ma che nessun giudice abbia «ritenuto di dover procedere d’ufficio nei suoi confronti».
La lettera si chiude con toni battaglieri, una vera e propria dichiarazione esplicita di resistenza, a dispetto dei toni formali: «Il ministro dell’Interno – si legge -, a cui sono affidate funzioni pubbliche di primaria importanza, alle quali dovrebbe adempiere con disciplina e onore, dovrebbe tutelare la sicurezza di tutti gli italiani. Con le sue dichiarazioni, Matteo Salvini è venuto meno al suo ruolo, ha tradito il suo giuramento e ha violato la Costituzione, la legge delle leggi, nelle sue parti fondamentali. Ci auguriamo che questa denuncia possa servire a qualcosa e che le istituzioni democratiche facciano sentire la loro voce. Ma se ciò non dovesse avvenire, non rinunceremo a batterci in tutte le sedi e con tutte le nostre forze».