Letizia Moratti dice di esser stata male interpretata

La neo-assessora al Welfare Lombardo aveva chiesto una ripartizione delle dosi di vaccino anche in base al Pil

19/01/2021 di Enzo Boldi

Dopo le polemiche della tarda serata di ieri, lunedì 18 gennaio, l’Assessorato al Welfare della Regione Lombardia prova a modificare il tiro. Ma, di fatto, il tentativo di smentita non è altro che una conferma delle parole pronunciate da Letizia Moratti in una lettera indirizzata al commissario Domenico Arcuri. La neo-assessora, entrata nella giunta Fontana con il rimpasto che ha portato all’addio (anche) di Giulio Gallera, ha chiesto una ripartizione delle dosi di vaccino anche in base al PIL. Una posizione che, inevitabilmente, ha provocato molte reazioni.

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Nella lettera della discordia, che ha ottenuto anche l’apprezzamento da parte del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, Letizia Moratti ha elencato quattro criteri che, secondo lei, dovrebbero essere alla base della ripartizione delle dosi di vaccino da qui in avanti: il primo riguarda la densità della popolazione, il secondo si basa sulla mobilità, il terzo sulle zone maggiormente colpite dal virus. Poi si arriva al quarto: dare la precedenza alle Regioni che impattano maggiormente sul PIL italiano. Insomma, le Regioni che producono più ricchezza per la loro produttività (e le loro aziende). E la Lombardia sarebbe (anzi è) in vetta a questa graduatoria.

Letizia Moratti, PIL e vaccini: la replica di Speranza

Poco dopo l’inizio delle polemiche, è arrivata la risposta, tramite Twitter, del Ministro della Salute Roberto Speranza: «Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più».

È stata male interpretata: la smentita che sa di conferma

Poi arriva la nota dell’Assessorato al Welfare lombardo che prova a spiegare come nelle intenzioni di Letizia Moratti ci fosse solo la volontà di richiedere una forte «accelerazione nella distribuzione dei vaccini in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, che costituisce una dei principali motori economici del Paese. Il concetto non è quello di dare più vaccini alle Regioni più ricche, se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell’intero Paese». Insomma, prima la Lombardia: è il Paese che ce lo chiede. La smentita che sa di conferma.

(foto di copertina: IPP Clemente Marmorino)

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