Il giallo della ciocca di capelli di Leonardo da Vinci
02/05/2019 di Enzo Boldi
Pochi giorni fa, alla vigilia delle celebrazioni per il 500esimo anniversario dalla morte di Leonardo da Vinci, aveva fatto molto rumore e scalpore la notizia del ritrovamento – con tanto di ritorno in Italia – di una ciocca di capelli appartenuti al genio italiano più famoso del mondo. E proprio da oggi, 2 maggio, quel reperto è stato esposto nel Museo Ideale Leonardo di Vinci, la città natale dell’artista, scultore, pittore e inventore toscano ma, nonostante il tutto sia accompagnato da documenti che ne certificherebbero l’autenticità, qualcuno non è convinto di questa ricostruzione.
«Abbiamo recuperato oltreoceano una ciocca di capelli che è stata storicamente denominata ‘Les Cheveux de Leonardo da Vinci’, insieme a un altro cimelio. Questa straordinaria reliquia permetterà di procedere nella ricerca del suo Dna», aveva annunciato lo scorso 29 aprile Alessandro Vezzosi, studio del Genio di Vinci e direttore del Museo ideale Leonardo da Vinci. Il tutto è stato esposto da oggi nelle stanze del polo, con tanto di documenti che ne confermerebbero l’autenticità. Si tratta di un reperto rimasto nel segreto di una collezione americana.
Leonardo Da Vinci e la ciocca di capelli ritrovata
Il direttore del Museo degli Uffizi di Firenze, però, non sembra d’accordo con questa ricostruzione e mette in dubbio questa storia. «Questa cosa sulla ciocca è veramente una cosa sciocca: nessun specialista ci crede e tra l’altro è estremamente improbabile che una ciocca di Leonardo potesse essere ritrovata in una collezione privata americana – ha detto Eike Schmidt alla presentazione dell’annullo filatelico di Poste Italiane di quattro nuovi francobolli nell’anniversario dei 500 anni della morte di Leonardo da Vinci -. La tradizione di collezionare ciocche di famosi personaggi oppure dei propri cari risale al Romanticismo, all’800 .Sarebbe stato fuori epoca per il Rinascimento».
Le perplessità del direttore degli Uffizi
La ricostruzione storica fatta da Schmidt ripercorre antiche tradizioni: «Solo per i santi martiri, nemmeno i beati si tenevano parti del corpo ma sicuramente non per grandi scienziati e grandi artisti. Di Beethoven abbiamo ciocche che potrebbero essere di centinaia di migliaia di musicisti, di persone coi capelli grigi, proprio perché c’era questa ‘cioccomania’ nell’800. Non lasciamoci troppo prendere dall’entusiasmo per Leonardo: questa cosa non vale nemmeno la pena di essere analizzata nel dettaglio».
(foto di copertina: da commons Wikipedia)