L’archiviazione di Pacini è stata chiesta senza ricorrere alla riforma della legittima difesa di Salvini

15/05/2019 di Enzo Boldi

La posizione e le accuse nei confronti di Fredy Pacini sono state archiviate grazia alla riforma della legittima difesa? La risposta è no. Il pubblico ministero che si occupa del caso, infatti, non ha fatto riferimento per la sua richiesta alla nuova legge fortemente voluta da Matteo Salvini e dalla Lega, ma si è basato su un vecchio articolo del codice penale, valutando la sua reazione – quel colpo di pistola fatale sparato nei confronti di un giovane che era entrato nella sua officina per rubare – per tutelare la sua incolumità. In sintesi, è stata applicata la vecchia legge sulla legittima difesa.

E Salvini, forse mal informato sull’accaduto, ha immediatamente esultato sul suo profilo Twitter: «Ogni tanto una bella notizia! Ho appena chiamato Fredy Pacini per felicitarmi e ribadirgli che eravamo, siamo e saremo sempre al suo fianco, sempre dalla parte del diritto alla legittima difesa». Peccato che la sua riforma non sia servita a nulla – in questo caso – e non sia stata presa in considerazione da parte del pm Andrea Claudiani, della procura di Arezzo.

 

L’archiviazione di Fredy Pacini non grazie alla riforma della legittima difesa

Secondo il pm, Fredy Pacini riteneva di essere in una situazione di effettivo pericolo, tale da affrontarla anche con gli spari. E la legittima difesa utilizzata è quella prevista dal codice penale prima dell’avvento di Matteo Salvini. La svolta è arrivata nei primi giorni di maggio quando l’imputato, accompagnato dall’avvocato difensore Alessandra Cheli, è stato ascoltato dal pubblico ministero Claudiani nell’interrogatorio che ha chiuso le indagini. Determinante per la richiesta di archiviazione anche la perizia balistica con il manichino per ricostruire l’accaduto.

La ricostruzione della scena del crimine e la perizia balistica

Ora sarà il gip a valutare la richiesta di archiviazione fatta dal pm che, a corredo di questa domanda, ha allegato anche la perizia balistica effettuata che ha confermato di fatto la versione di Pacini, dimostrando che quel colpo fu sparato dall’alto, ma raggiunse il giovane mentre si trovava a terra, per essere scivolato sui vetri infranti della porta d’ingresso che era stata forzata, quindi con le gambe verso l’alto, e che dimostrerebbe che la reazione sarebbe compatibile con la legittima difesa, l’artigiano ha chiesto di essere ascoltato per fornire nel dettaglio la sua versione dei fatti.

(foto di copertina: ANSA/BARBARA PERISSI)

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